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Effettuate ispezioni sul 50% in mano all'ente. Ecco quali sono i principali problemi emersi e in quale strutture si è già intervenuti e in quali si interverrà. La fotografia della situazione
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GENOVA - Sono circa 800 le strutture tra ponti, viadotti, tombinature e allargamenti stradali presenti lungo i circa 850 km di strade della Città Metropolitana di Genova. L'ente ha in gestione circa 200 tra ponti e viadotti che rientrano nel programma per la valutazione della sicurezza e gestione delle opere sulla base della normativa sulla Linea Guida Ponti.

Il monitoraggio si divide in tre parti: il Livello 0 prevede il censimento delle strutture che la Città Metropolitana di Genova ha già completato. Il Livello 1 prevede un lavoro di ispezione per verificare eventuali rischi strutturali e sismici, idraulici e frane. Infine il Livello 2 ha il compito di portare avanti il lavoro di definizione classi di attenzione.

Alla data di settembre 2023 sono state effettuate le ispezioni sul 50% dei 200 tra ponti e viadotti sotto gestione dell'ente mentre il restante verrà completato entro la fine dell'anno spiega la stessa Città Metropolitana. L'obiettivo è doppio: valutare la situazione dei ponti e predisporre un piano di intervento dove necessario. Nel tempo l'ente ha già eseguito una decine di verifiche accurate (Livello 4) con prove sperimentali, progettazione di interventi e predisposto la programmazione dei lavori di rinforzo.

Ma quali sono i problemi emersi? Tra i ricorrenti ci sono la corrosione dei ferri di armatura e ammaloramento del calcestruzzo per i ponti in cemento armato, il distacco di pietre o mattoni nella tessitura muraria di archi o timpani peri ponti antichi in muratura, lo scalzamento delle fondazioni delle pile in alveo che rappresenta statisticamente la prima causa di crollo dei ponti nel mondo. Lo scalzamento è un fenomeno legato "all'instabilità generale dell’alveo e alla normale azione della corrente che può determinare abbassamenti o innalzamenti del fondo, attraverso erosione o deposizione di materiale solido. È indipendente dalla presenza o meno di un manufatto e avviene lentamente in condizioni normali, ma molto rapidamente e quindi pericolosamente durante piene e inondazioni" come spiega l'ingegner Riccardo Pefano (Clicca qui).

Tra gli altri problemi emersi fino ad ora ci sono quelli legati alla regimentazione delle acque piovane con la corrosione di elementi o giunzioni in acciaio, malfunzionamento di giunti di dilatazione, mancanza di impermeabilizzazione, ma anche la presenza di barriere di sicurezza che hanno fatto il loro tempo.

I finanziamenti in mano alla Città Metropolitana di Genova per gli interventi: per gli anni che vanno dal 2021 al 2029 dal ministero e dai diversi bandi sono stati messi a disposizione 28 milioni di euro. Per il 2023 sono poco più di 4 milioni mentre per il 2025 od oggi sono 1,1 milioni, dal 2026 in avanti la cifra messa in bilancio per ogni anno è di circa 3,4 milioni.

Alcuni lavori sono già stati completati o in esecuzione. Tra i primi ci sono i lavori di ripristino e consolidamento della struttura del ponte sulla SP 333 di Uscio al km 6+082 che è già stato terminato.

Tra quelli in corso ci sono i lavori di ripristino e consolidamento della struttura del ponte sulla SP 333 di Uscio al km 7; gli interventi di manutenzione straordinaria sul ponte sito al km 13+600 della SP 9 di Crocefieschi tramite realizzazione di sotto-murazioni, interventi di cuci scuci e ripristini di calcestruzzo; i lavori di rinforzo e consolidamento della struttura, sotto-murazioni di spalle e pile con interventi in alveo, eventualmente estesi anche ai muri andatori, per contrastare fenomeni di scalzamento per i ponti della SP 26 della Val Graveglia (al km 6+800 e km 10+200) e della SP 26 bis della Val Mogliana (km 17+100 e km 17+300) nell'entroterra tra Chiavari e Sestri Levante.

In consegna ci sono le opere di manutenzione straordinaria per la riorganizzazione della piattaforma stradale del ponte al km 0+500 della SP 84 di Montanesi (tra Mignanego e Savignone) tramite rifacimento dei cordoli esistenti, sostituzione della barriera di protezione esistente e adeguamento delle pendenze trasversali tramite stesa conglomerato bituminoso.

Negli anni scorsi sono stati realizzati interventi su ponti in gestione della Città Metropolitana di Genova finanziati con fondi non ministeriali. Tra questi sono rientrati il ponte di Alpepiana sulla SP 72, il ponte di Maggi sulla SP 32, il ponte di Settembrin sulla SP 26, il ponte Palleggiati sulla SP 9, e interventi al km 9+500 della SP 18 di Rovegno e al km 3+900 della SP 83 di Pietranera.

Sono di prossima attivazione gli interventi sul ponte della SP 10 di Savignone che prevede in una prima fase la messa in sicurezza della sella Gerber e in un secondo momento i lavori di ripristino e consolidamento strutturale complessivo del ponte. Mentre sulla SP 26 in località Frisolino è previsto il lavoro di ripristino dello scalzamento. infine lungo la SP3 di Crocetta d’Orero è in programma il lavoro di ripristino e consolidamento strutturale complessivo del ponte (km 3).

Tra gli interventi di maggiore impatto in programma c'è quello sul ponte lungo la SP 64 di Acquabianca che porterà alla demolizione e ricostruzione del ponte con chiusura completa e prolungata della strada. Tra gli altri interventi di impatto ci sono le chiusure temporanee del ponte sulla SP 10 di Savignone (km 0+033) con deviazione del traffico sul ponte adiacente in muratura.

Con l'autunno e il maltempo le strade dell'entroterra diventano facilmente soggette a situazioni di pericolo con la caduta di pietre, terra, piccoli smottamenti dai costoni montuosi e alberi lungo la carreggiata che richiedono rapidi interventi di ripristino per non rischiare di lasciare isolate del tutto o parzialmente le diverse località. "Un tempo avevamo 200 addetti alle manutenzioni ora sono 75 - racconta il consigliere delegato alla Viabilità della Città Metropolitana di Genova Franco Senarega -. Ogni 4-5 anni bisogna rifare la pavimentazione, parliamo di quasi 200 km di strade all'anno, non sono pochi. Si tratta di strade sotto gestione provinciale e non dell'Anas. Noi ci auspichiamo che si possa ridare dignità all'Ente, anche se qualcosa di positivo ultimamente si sta vedendo" conclude Senarega

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