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GENOVA - Ieri i cittadini della Valpolcevera si sono riuniti in assemblea per dire no all'ipotesi di ospitare circa trenta minori non accompagnati nei container sistemati nell'area dell'ex circolo Arci di via Cambiaso a Begato. I presenti erano almeno 330 come le firme raccolte per fermare l’operazione, anche se il Comune ieri mattina dopo un incontro coi cittadini ha dichiarato che manca ancora l’autorizzazione all’apertura di un centro per minori nei container, ipotesi che però non è stata negata.

Tutto si è mosso per la mancanza di informazioni: li abbiamo visti lavorare di notte ma non sapevamo nulla e ci siamo attivati per chiedere spiegazioni” dichiara Federico Razzauti, uno degli abitanti di via Cambiaso che ha partecipato alle proteste notturne degli ultimi giorni. “Queste sistemazioni non corrispondono al nostro ideale di accoglienza, i moduli sono estremamente piccoli e posizionati in un’area dalla dubbia sicurezza”.

A Razzauti fanno eco tanti cittadini della Valpolcevera come un'abitante per cui ”dobbiamo migliorare nell’accoglienza e capire che è una situazione umana, dobbiamo aprire le nostre menti e i nostri cuori per accogliere bene, in condizioni accettabili”, ma c'è anche chi si preoccupa per il quartiere: "Le cose mal gestite spaventano tutti per la sicurezza - racconta un cittadino -. Però vorremmo un’accoglienza dignitosa per questi bambini, non possiamo girargli le spalle e far finta di nulla”.

L’installazione dei container non piace a nessuno - racconta un’altra cittadina -. Mi sono inserita in questa vallata quarant’anni fa, anch’io sono un’oriunda ma di Brescia - dice sorridendo -. C’è un sistema di accoglienza importante qui, mi sono trovata sempre bene con tutti. Dà fastidio che persone, per di più ragazzi, non si sa cosa faranno, ci sarà qualcuno che li assiste, che li guida, che li aiuta? Siamo preoccupati per i ragazzi”.

Le domande sono ancora molte: ”Vogliamo sapere come verranno inseriti questi ragazzi - spiega Elena -, che rischiano di venire parcheggiati qui e abbandonati. Noi da anni viviamo insieme a tanti immigrati, l’immigrazione qui non è mai stata un problema. La nostra domanda al sindaco è: che fine faranno questi ragazzi?

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