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Sanna: "Pensare a ristori non solo per gli allevatori, ma anche per le imprese legate all’outdoor"
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LIGURIA - È allarme in Italia per la diffusione della peste suina africana. Oggi l'ordinanza ministeriale che vieta la caccia in trentasei comuni liguri, tra cui Genova, ma non solo: per almeno sei mesi niente più pesca, raccolta di funghi o tartufi e mountain biking per i boschi tra il basso Piemonte e il genovesato, dove non sarà consentito nemmeno passeggiare o portare a spasso il cane.

"Il focolaio di peste suina individuato nella zona appenninica tra le province di Alessandria e Genova deve essere assolutamente circoscritto per evitare il diffondersi del virus in altri territori circostanti - scrive in una nota Federico Fornaro, capogruppo di LeU alla Camera e componente della Commissione Agricoltura - "Appare perciò urgente e necessaria la nomina di un commissario straordinario per realizzare velocemente interventi coordinati tra i diversi enti coinvolti, a cominciare dalle regioni. Deve essere altresì considerata la problematica economica derivante dalla ordinanza assunta dai ministeri della Salute e dell’Agricoltura. Al più presto dovranno essere reperite risorse da destinare a ristoro delle perdite per le attività economiche e turistiche connesse ai divieti previsti per contenere la diffusione del virus”.

Aggiunge Armando Sanna, consigliere regionale del PD: “Pensare a ristori non solo per gli allevatori, ma anche per le imprese legate all’outdoor: dopo l’ordinanza del Ministero bisogna guardare al problema da tutti i punti di vista. La situazione sta peggiorando di giorno in giorno. Paesi nei quali esportavamo carne suina hanno già iniziato a bloccare precauzionalmente esportazioni di salumi e carne. Reputo necessario agire con la massima tempestività ed efficacia per salvaguardare gli allevamenti e la filiera. Per questo ho presentato un’interrogazione alla Giunta che verrà discussa nel prossimo consiglio proprio per chiedere quali siano le risposte che vuole mettere in campo per arginare questo problema”

“Dopo l’ordinanza del Ministero - aggiunge Sanna - oltre a proporre soluzioni finanziarie di sostegno ad allevamenti e imprese che lavorano la carne suina, dovremo pensare, da subito, a ristori per le imprese legate all’outdoor. Se la sospensione dell’attività outdoor durerà per sei mesi, sarà un danno per la stagione turistica dell’entroterra, che inizia solitamente ad aprile, che si ripercuoterà anche su tutte le attività collegate”.