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L'iniziativa QuartieriAMO è stata al centro del laboratorio di Progettazione e valutazione degli interventi in comunità: insegnanti e studenti hanno visitato Rivarolo e Certosa e intervistato i cittadini
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GENOVA - Piantare fiori in un'aiuola o pulire una banchina: gesti semplici fatti perché "meritiamo bellezza" come dice lo slogan dell'iniziativa QuartieriAMO promossa dal Comitato Rivarolo, che recentemente è diventata un caso di studio per l'Università di Genova nell'ambito della psicologia di comunità, "una disciplina che ha tra i valori fondanti l’attenzione al territorio e ai fenomeni di partecipazione che partono dal basso, che sono volti ad attivare un cambiamento che permetta ai cittadini di trovare una risposta ai bisogni che essi stessi denunciano - racconta Elena Zini, professoressa dell'Università di Genova dove tiene il laboratorio di Progettazione e valutazione degli interventi in comunità -. L'esperienza di Quartieriamo - spiega Zini - ci sembrava una buona pratica che potesse inserirsi nella disciplina, da lì nasce la curiosità per il progetto. Siamo partiti dalla criticità per ragionare su come i residenti percepiscono la criticità stessa come un motore per attivarsi e trasformarla in risorsa. Davanti ad un quartiere che viene percepito come poco curato gli abitanti reagiscono proponendo dei gesti di bellezza".

Insegnanti e studenti hanno partecipato alla passeggiata di quartiere, dove hanno potuto conoscere i lati più interessanti e quelli più critici di Rivarolo e di Certosa e intervistare i cittadini: "Nonostante qualche criticità la visione è positiva, sono quartieri che meritano di essere valorizzati - racconta Greta Rovetta, una delle studentesse che ha partecipato al laboratorio -. Sono ricchi di importanti punti di interesse storico e culturale come la chiesa di San Bartolomeo o Castello Foltzer e ci è piaciuto molto visitarli. Abbiamo avuto modo di osservare questo quartiere con occhi estranei, io sono lombarda e non avevo conoscenze pregresse. Quando si guarda un territorio senza conoscerlo si notano degli aspetti che vivendolo tutti i giorni non si notano: abbiamo trovato risorse e punti di forza, anche tanto impegno da parte del comitato e tante iniziative in atto. Le risorse ci sono ma vanno valorizzate".

"Non ci aspettavamo l'attenzione dell'Università ma ci ha fatto piacere ed è stato molto interessante capire l'opinione che si ha dei nostri quartieri da fuori - racconta Carlo Di Bernardo, presidente Comitato Rivarolo -. L'iniziativa è partita quasi per caso, come comitato ci prendevamo cura di un giardino in via Vezzani e ci siamo detti' perché non fare di più?'. La speranza - conclude - è che la nostra iniziativa possa contagiare tutta la città".

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