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Il consiglio comunale a Tursi approvata la proposta lanciata dai consiglieri di Liguria al centro Nicholas Gandolfo, Federica Cavalleri e Lorenzo Pellerano. Arturo Ivaldi, presidente dell'Unione italiana ciechi e ipovedenti Liguria: "Sarebbe strumento utile"
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GENOVA - Il progetto è semplice. Utilizzare un'app per permettere alle persone affette da disabilità visiva (ipovedenti e non vedenti) di ricevere informazioni legate agli orari del passaggio dei bus, quali linee transitano in quella fermata e quali sono le fermate più vicine.

La proposta di aprire un tavolo di lavoro in Comune a Genova, lanciata dai consiglieri di Liguria al centro Nicholas Gandolfo, Federica Cavalleri e Lorenzo Pellerano, è stata approvata all'unanimità dal consiglio comunale. Il Comune di Genova si impegna a chiedere ad Amt, che gestisce il trasporto pubblico locale e provinciale, di implementare la propria app con l'introduzione dell'applicazione I-Bus Voice che permette la ricezione di informazioni tramite smartphone riguardo alla presenza delle fermate dei bus, delle linee e gli orari di transito.

"L'app di Amt può essere implementata - spiega Gandolfo -. La rivoluzione dei quattro assi così come annunciata dal Comune permetterà la presenza di nuove fermate che verranno sostituite e verranno rese maggiormente accessibili. Quale migliore occasione per integrare questa applicazione con i bus in modo da permettere alle persone con disabilità visiva di avere informazioni sugli autobus in transito" sottolinea il consigliere comunale.

Il Comune di Genova punta entro un paio di anni ad arrivare a una totale gratuità dei mezzi pubblici, non solo quella parziale della metropolitana e dei sistemi verticali come già avviene. In altre regioni come Trentino Alto Adige e Basso Piemonte l'applicazione I-Bus Voice è già stata introdotta. Parere favorevole è arrivato dall'assessore alla Mobilità del Comune di Genova Matteo Campora che ha sottolineato l'importanza di una mobilità accessibile a tutti.

"Sarebbe uno strumento molto utile - spiega Arturo Ivaldi, presidente dell'Unione italiana ciechi e ipovedenti della Liguria -. Bisogna sfruttare al massimo le tecnologie che abbiamo a disposizione" precisa Ivaldi che apre a una prospettiva utile per ottenere quelle risorse necessarie per applicare e implementare sempre più strumenti di accessibilità in grado di abbattere le barriere architettoniche che ogni giorno devono affrontare le persone disabili. "La legge regionale garantisce la gratuità del servizio pubblico ma io dico che si si hanno dei servizi a quel punto bisogna pensare anche di pagarli" sottolinea il presidente dell'Unione italiana ciechi e ipovedenti della Liguria.

Dunque sì al pagamento del biglietto anche per finanziare i diversi progetti e vederli diventare realtà. In Trentino l'app è stata introdotta nel 2014. In Liguria sarebbe una novità. In tutto il territorio regionale sono 5 mila le persone ipovedenti o non vedenti, più di un terzo abita a Genova. 

Nella mozione approvata c'è anche quella proposta dal consigliere del M5s Fabio Ceraudo di aprire un tavolo con Amt per avere un servizio pubblico per permettere alle persone con disabilità che arrivano all'Aeroporto Cristoforo Colombo di Genova di muoversi in direzione centro. "Al momento - spiega Ceraudo - il servizio è affidato a privati con costi più alti. Serve invece un servizio pubblico e al servizio di tutti in qualsiasi circostanza".

"E' molto importante creare infrastrutture in grado di creare accessibilità ad ampio raggio - spiega ancora Ivaldi -. Non bisogna pensare a compartimenti stagni a far usufruire a 360 gradi la città. In Liguria abbiamo una serie di progetti in atto su cui stiamo lavorando come alla Spezia  dove stiamo studiando il sistema Leti Smart voice collegato a un bastone per la mobilità che consente di ricevere diverse info sui luoghi della città. Si tratta di un dispositivo dotato di due pulsanti tramite i quali è possibile attivare specifici segnalatori acustici radio montati nei punti strategici della città, come incroci, semafori, fermate dell’autobus, uffici e anche negozi che segnalano dove una persona si trova e come muoversi". E' un progetto già avviato e portato avanti in altre città come ad esempio a Trieste.

 

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