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E non sono le leggi che mancano, oggi serve più prevenzione e continuare a sviluppare la consapevolezza dei cittadini sul fatto che la mafia sia ben radicata sul territorio, seppur 'invisibile'
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GENOVA - Con l'arrivo di tante grandi opere, in Liguria come in Italia visti i fondi del Pnrr, secondo l'ex procuratore capo di Genova Michele Di Lecce c'è da preoccuparsi, dato che "ovunque girino grandi somme di denaro, c'è un grosso rischio di infiltrazioni mafiose". A rendere ancor più pericolosa la mafia è quella sua invisibilità: la strategia adottata, specialmente nel Nord Italia, è quella di operare arrivando anche ad alte sfere senza dare nell'occhio e senza che un cittadino comune percepisca la sua presenza così radicata nei territori. 

"La consapevolezza dei cittadini è la prima arma, ci sono poi le indagini, le normative, i processi, ma se i cittadini non sono attenti questi meccanismi finiscono per prevalere"

Di Lecce, in servizio a Genova dal febbraio 2012 al dicembre 2105 in cui assunse anche l'incarico di procuratore distrettuale antimafia, è intervenuto alla presentazione del libro "Punto e a capo. Storia ed evoluzione di mafia e antimafia in Liguria", che si è tenuta nell'aula Cabella di via Balbi 5. E a Primocanale ha voluto sottolineare come oggi "è sempre più difficile controllare i grandi cantieri". 

"Punto e a capo", la storia della mafia in Liguria in un libro edito da Unige - LA PRESENTAZIONE

"La catena di sub appalti e sub contratti tende sempre più ad allungarsi e ad essere sempre meno facilmente controllabile, rispetto a quelle opere che prevedono poche imprese coinvolte"

Ecco perché quindi è fondamentale ricordare alle generazioni che hanno vissuto quegli anni e far conoscere ai giovani che cosa sia la mafia, tutte le stragi di cui si è macchiata, gli eroi che l'hanno combattuta e i valori che devono guidare l'agire civico e politico. Fatti come le stragi di Capaci e di via D'Amelio per gli studenti di oggi sono storia e rischiano di apparire fatti lontani, quando la mafia è ancora una realtà concreta e presente, anche se ha cambiato modus operandi. 

Non c'è un problema normativo, le punizioni per i crimini di mafia ci sono e negli anni non hanno subito variazioni, ma le leggi scattano soltanto quando si commettono i reati o le infrazioni, "se tutto rimane sotto traccia, allora le leggi non bastano", commenta Di Lecce. La prevenzione diventa una delle azioni principali da mettere in campo e la si fa partendo dalla consapevolezza. 

Orientamenti ricorda Falcone e Borsellino, Grasso: "La mafia è pericolosa perché invisibile" - L'INTERVISTA

 

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