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Sono oltre settanta in città. Gran parte deriva dalla famosa confisca Canfarotta
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Altri due appartamenti confiscati alla mafia diventeranno abitazioni per persone indigenti: la decisione è della giunta comunale genovese, si trovano in via Bari a San Teodoro e in vico Giannini nel centro storico genovese.

Si aggiungono alle settanta abitazioni che sono state confiscate alla criminalità organizzata e che ora sono di proprietà del comune di Genova. Che anche grazie ai fondi regionali può ristrutturarli e poi assegnarli a chi è in difficoltà andando a coprire i bisogni dell'emergenza abitativa. Ancor più spesso queste case vengono assegnate ad associazioni di volontariato o che si occupano del sociale, come la Gigi Ghirotti.

Questi due ultimi appartamenti, comunica in una nota il vice sindaco di Genova Pietro Piciocchi, verranno recuperati con una spesa di 180mila euro totali: 100mila saranno messi a disposizione dalla legge regionale che finanzia gli enti locali per questo tipo di operazioni, il resto sarà a carico del comune.

Come dispone il Codice antimafia del 2011, "i beni confiscati vengono in via prioritaria mantenuti nella disponibilità dell’Ente per finalità istituzionali e/o di rigenerazione urbana o assegnati ad enti ed associazioni senza scopo di lucro per lo svolgimento di attività di utilità sociale a servizio del territorio".
Sul sito del Comune esiste un elenco consultabile dei beni immobili confiscati presenti sul territorio comunale. 

A Genova gran parte dei beni confiscati derivano dalla famosa "confisca Canfarotta", divenuta definitiva nel 2014, di cui fanno parte beni immobili che venivano utilizzati per lo sfruttamento di prostitute e migranti.