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Le parole di Roberto Centi dopo il via livera del governo durante il consiglio dei ministri alla misura. Il senatore Berrino: "E' la posa della prima pietra per la costruzione di una giustizia migliore ed efficiente"
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LIGURIA - Più o meno tutti soddisfatti per la nuova misura sull'ergastolo ostativo voluta dal governo Meloni. Da destra a sinistra è una misura accolta positivamente come sottolinea il presidente della Commissione Regionale Antimafia della Liguria, Roberto Centi. "Il prossimo 8 novembre diversi mafiosi che non collaborano con la giustizia sarebbero potuti uscire dal carcere in base ad una sentenza della Corte Costituzionale sull’ergastolo ostativo - spiega Centi - bene ha fatto quindi il governo ad intervenire in extremis per evitare questa scellerata ipotesi".

Anche il neosenatore ligure Gianni Berrino (FdI) esprime soddisfazione: "Il decreto sull'ergastolo ostativo non solo rappresenta un provvedimento nel solco di Falcone e Borsellino ma anche la posa della prima pietra per la costruzione di una giustizia migliore ed efficiente. La riforma complessiva della giustizia è una priorità fra le priorità del nuovo esecutivo che sta lavorando sin dai primi passi in maniera univoca e compatta" spiega Berrino.

Ma cosa prevede la misura? Di fatto i benefici penitenziari destinati ai condannati per mafia non sono più legati alla sola collaborazione. Non sarà più sufficiente la sola buona condotta carceraria, o la partecipazione al trattamento ma saranno previsti l'obbligo di risarcire i danni provocati, insieme con una serie di requisiti in grado di escludere l'attualità dei legami con la criminalità organizzata o il rischio di riallacciarli. Inoltre ci sarà l'obbligo da parte del giudice di sorveglianza di acquisire tutti i pareri. Pugno duro con anche la libertà condizionale che non potrà essere richiesta prima di aver scontato 30 anni di carcere. 

In sintesi la misura non permette a chi si trova in carcere per reati di mafia, terrorismo, prostituzione minorile, violenza sessuale di gruppo, sequestro di persona o simili di beneficiare di permessi premi o di uscire per motivi di lavoro.   

Mentre il detenuto in 41 bis ('carcere duro') che non collabora potrà accedere ai benefici solo se avrà dimostrato di adempiere agli obblighi civili e alla riparazione pecuniaria decisa dal giudice (o dimostra l'impossibilità), inoltre oltre al rispetto della regolare condotta carceraria dovrà dimostrare di aver intrapreso il percorso rieducativo e di essersi dissociazione dall'organizzazione criminale di eventuale appartenenza".

Rinvio invece a fine anno per la riforma della Giustizia dell'ex ministro Cartabia. Anche in questo senso il presidente della Commissione Regionale Antimafia della Liguria si mostra d'accordo: "L’aver rinviato alla fine di dicembre l’entrata in vigore della riforma della giustizia Cartabia ha scongiurato il rischio di mandare in tilt processi e tribunali per la quantità di adempimenti richiesti".

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