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La proposta che verrà discussa domani in aula vedrebbe insegne pubblicitarie spente la notte, dalle 22 alle 6 del mattino, ma anche la luci di monumenti ed edifici pubblici
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GENOVA - Come a Parigi dove le luci della Torre Eiffel si spengono prima o a Londra, dove potrebbe essere chiesto ai cittadini di limitare il consumo nelle ore di punta, anche a Genova ecco una proposta per diminuire il tempo di utilizzo della luce sbarca in consiglio comunale.

Anche in Italia le Istituzioni si muovono per trovare soluzioni utili ai cittadini, ma anche alle stesse amministrazioni, per affrontare l'inverno in arrivo. La proposta che verrà discussa domani in aula vedrebbe insegne pubblicitarie spente la notte, dalle 22 alle 6 del mattino, ma anche la luci di monumenti ed edifici pubblici. Queste le opzioni, secondo Pilloni, che potrebbero davvero fare la differenza: "È un passo necessario, chiaramente sempre permettendo al cittadino di muoversi in libertà e in sicurezza - spiega a Primocanale il consigliere comunale Valter Pilloni e firmatario dell'ordinanza -. Ora è arrivato però il momento di prendere iniziative e fare in modo che anche da Genova parta qualcosa".

"Questa mozione ne segue una precedente dove già chiedevo la chiusura della porta nei negozi che tengono l'aria condizionata accesa, sia quando c'è caldo che quando c'è freddo. È uno spreco inutile, nella capitale francese si rischia una multa di 1500 euro per una cosa del genere".

Un occhio di riguardo all'ambiente ma soprattutto al prezzo sulla bolletta. Pilloni, imprenditore nel campo della mobilità elettrica, si dice vicino alle aziende: "Tocco con mano quello che sta succedendo e la situazione è tragica. Purtroppo, in cuor mio, so benissimo che non se ne esce neanche spegnendo le luci di tutta Genova, ma almeno facciamo un ultimo tentativo.

"In determinati campi ho visto bollette passare da 20 mila a 100 mila euro nell'arco di un solo mese: quella della mia azienda è quadruplicata".

L'opzione estrema sarebbe anche quella di un Natale buio. Niente albero di Natale in piazza e niente lucine. A denunciarne il rischio nelle ultime settimane sono state decine di amministrazioni, da Nord a Sud il problema è lo stesso: il costo. 

A Genova, che quest'anno sarà capitale europeo del Natale insieme alla città spagnola di San Sebastián, il problema era già stato sollevato dai Civ di quartiere a inizio settembre. Nel 2020 aveva stanziato 160 mila euro per le luminarie. "Probabilmente la mozione sarà modificata e chiederò una commissione per analizzare meglio questi aspetti, in modo da vedere se esiste il modo di contenere gli sprechi anche durante il periodo festivo". 

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