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Tra sette giorni il ritorno in aula, con l'incognita dello sciopero
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Manca una settimana alla ripresa del processo per il crollo del ponte Morandi: l'udienza è convocata per il 12 settembre, ma su di essa grava l'incognita dello sciopero dei penalisti indetto dalla Camera penale ligure.

"Il pensiero di questo sciopero non ci fa piacere perché è ritardare l'inizio di quel che aspettiamo da tanto. Abbiamo cercato di fare di tutto come comitato per stimolare il dialogo, abbiamo scritto alla ministra Cartabia, ci ha risposto e abbiamo saputo con piacere che c'è stato un incontro anche se non risolutivo. Noi speriamo che il 12 possa esserci il processo e che lo sciopero possa essere revocato", commenta a Primocanale Egle Possetti, presidente comitato ricordo vittime Morandi.

A 4 anni del crollo, da una parte si apre il processo e dell''altro ci sono altri punti che stanno a cuore al comitato: "Abbiamo il nostro disegno di legge che con la caduta del Parlamento dovrà ripartire ed essere ripresentato, c'è stata l'indicazione del presidente della repubblica che ha messo il sigillo su questo disegno di legge con il suo intervento e ancora c'è la questione della concessione e l'esposto che è stato presentato da altre associazioni a cui ci siamo aggregati alla Procura di Roma. Su tutto questo vogliamo avere chiarezza", continua Possetti.

Possetti ritorna sulla questione delle affermazioni di Tajani sul Morandi: "In questi 4 anni abbiamo visto di tutto, anche parlamentari che si sono schierati con la nostra battaglia a macchia di leopardo, e poi abbiamo visto purtroppo la strumentalizzazione. Ieri l'ennesima e proprio perché ci avviciniamo a giorni importanti di campagna elettorale non abbiamo potuto stare zitti. Il ponte Morandi non sarebbe crollato se avesse avuto la manutenzione: non ci vengano a dire che è crollato perché non  è stato costruito un altro pezzo di strada. Ormai basta, basta strumentalizzazioni!".

 

 

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