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"No a limiti al diritto di cronaca dei giornalisti e al diritto dei cittadini ad essere informati" spiegano Associazione Ligure Giornalisti, Ordine dei Giornalisti della Liguria e Gruppo Cronisti Liguri
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GENOVA - Meno due giorni al via del processo sul crollo di ponte Morandi a Genova che il 14 agosto del 2018 ha causato la morte di 43 persone. In tutto 59 gli imputati rinviati a giudizio per la tragedia della vigili di ferragosto di quattro anni fa,

Alla sbarra anche i dirigenti di Autostrade per l'Italia, primi fra tutti Giovanni Castellucci, l'ex amministratore delegato di Aspi e i suoi due vice Michele Donferri Mitelli e Paolo Berti, e i vertici di Spea, la società di ingegneria che avrebbe dovuto controllare e invece non controllava Autostrade, sul banco degli imputati anche funzionari del ministero delle opere pubbliche disattenti.

Primocanale in diretta seguirà con collegamenti e interviste l'avvio del processo chiamato a rendere giustizia alle vittime e ai loro cari.  

Intanto prosegue la polemica legata all'assenza di telecamere e fotoreporter all'interno delle aule del Tribunale di Genova dove si svolgeranno le udienze. Per questo l'Associazione Ligure Giornalisti, Ordine dei Giornalisti della Liguria e Gruppo Cronisti Liguri organizzano una manifestazione di protesta davanti al Tribunale di Genova il prossimo 7 luglio, proprio in concomitanza della prima udienza del processo.

"Un'ordinanza del presidente del collegio giudicante limita pesantemente l'esercizio del diritto di cronaca - denunciano i vertici delle associazioni dei giornalisti liguri, sostenuti da Fnsi e Odg nazionale -. In pratica spegne le Tv e oscura gli obiettivi dei fotografi, consentendo solo 10 minuti di immagini alla prima udienza e 'oscurando' le successive. Il provvedimento vieta perfino l'utilizzo delle immagini che saranno trasferite in sala stampa dal circuito chiuso" (Leggi qui)

l processo di terrà nella tensostruttura installata nell'atrio del tribunale dove si sono svolti gli incidenti probatori e le udienze preliminari in cui il gup Paola Faggioni ha accolto le richieste dei pm titolari dell'accusa, Massimo Terrile e  Walter Cotugno, e ha rinviato tutti i 59 indagati a giudizio.

La prima udienza del processo di Ponte Morandi di giovedì sarà l'ultima chiamata per la deposizione delle parti civili che intendono chiedere risarcimenti per i danni riportati dal crollo: oltre ai 330 soggetti che sono già stati accettati in sede di udienza preliminare dovrebbero chiedere risarcimenti minimo altri 200 fra cittadini e aziende che non sostengono di avere subito danni indiretti dal crollo e la successiva paralisi della viabilità della Valpolcevera. Perlopiù fanno parte del Comitato Zona Arancione e Ai confini della zona rossa e Assoutenti.

 

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