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Sul banco degli imputati 59 persone, oltre 400 le parti civili. Tre sale per assistere al dibattimento
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Mancano tre settimane esatte all'inizio del processo per il crollo di Ponte Morandi: nella prima udienza, la mattina del 7 luglio 2022 al Tribunale di Genova, si deciderà essenzialmente il calendario delle udienze successive.

Si va però verso un numero di parti civili che saranno tre volte tanto rispetto a quanto preventivato: da 150 inizialmente previste potrebbero superare le quattrocento. Per questo si stanno preparando tre sale per ospitare tutti: ci sarà la tensostruttura al quarto piano del Tribunale dove si terrà la prima udienza, poi l'aula magna dove gli schermi permetteranno di seguire il processo e ancora una sala dedicata alla stampa per poter seguire il dibattimento.

Proprio i giornalisti attraverso Fnsi, Ordine dei giornalisti della Liguria, Associazione Ligure Giornalisti e Gruppo Cronisti Liguri hanno chiesto di poter riprendere interamente il dibattimento, dopo che nei giorni scorsi il collegio giudicante del tribunale di Genova ha respinto la richiesta di alcune emittenti televisive di fare riprese integrali. Lo aveva detto ancor prima Egle Possetti, presidente comitato ricordo vittime, a Primocanale: "Vogliamo che la gente senta quel che avviene nel processo, speriamo che abbia un risalto mediatico importante. I cittadini devono sentire quel che accade in aula e avere informazioni di prima mano".

E l'altra novità, oggi ufficializzata sui principali quotidiani genovesi, è quella del pubblico ministero titolare dell'inchiesta Massimo Terrile, che senz'altro alla data della sentenza del processo non sarà più al lavoro.

Per Terrile, magistrato di grande esperienza che era di turno quel terribile 14 agosto di 4 anni fa ed è diventato dunque il titolare dell'inchiesta, è infatti arrivato il tempo del pensionamento previsto nel novembre del 2024. Per legge non è possibile prolungare oltre quella data il tempo di servizio e dunque sarà sostituito da un nuovo titolare. E tra gli addetti c'è certezza che il dibattimento non possa arrivare alla fine prima di quella data.

Sul banco degli imputati dal 7 luglio ci sono 59 persone tra cui ex vertici di Aspi e Spea, la controllata che si occupava delle manutenzioni, i dirigenti del Mit e del Provveditorato delle opere pubbliche. Le accuse vanno, a vario titolo, dall'omicidio colposo plurimo, crollo doloso, attentato alla sicurezza dei trasporti, falso.

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