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Alle 9 è partito il corteo, modificata la viabilità in zona via Acri, strada Guido Rossa, piazza Savio e le vie limitrofe
5 minuti e 8 secondi di lettura
di Andrea Popolano

"Sulla Guido Rossa abbiamo lasciato un rotolo da 20 mila tonnellate. Ne vogliamo altri diecimila così". È questa la richiesta che arriva dai lavoratori dell'ex Ilva di Genova Cornigliano. Era annunciata e così è stato: ha ripreso da dove si era fermata la protesta dei lavoratori dell'ex Ilva. Prima l'assemblea davanti allo stabilimento, poi il corteo fino a piazza Savio, davanti alla stazione di Cornigliano con i mezzi pesanti a bloccare la strada. Sindacati e lavoratori in presidio a oltranza con un blocco esattamente come dieci giorni fa. L'incontro a Roma del 28 novembre non ha portato buone notizie con il taglio di 200mila tonnellate all'anno della lavorazione dello zincato. "Così lo stabilimento lavora al 10% del suo potenziale" spiega Armando Palombo, segretario Fiom Cgil.

Gli striscioni contro la premier Giorgia Meloni e il ministro del Made in Italy Adolfo Urso campeggiano davanti alla stazione di Cornigliano. In tarda mattinata sono arrivati in piazza Savio prima la sindaca Silvia Salis e poi il presidente di Regione Liguria Marco Bucci. Venerdì 5 dicembre ci sarà un nuovo tavolo di confronto tra ministro, sindacati, Regione e Comune sulla questione di Cornigliano. I lavoratori capitanati da Palombo hanno annunciato un presidio permanente: "Noi restiamo qui fino a venerdì". Il presidente Bucci, nel frattempo, ha lasciato in dono tre panettoni a chi è in presidio. Nel frattempo sono stati montati i tendoni, esattamente come la scorsa settimana. Il falò con i bancali in legno da bruciale servono a scaldare l'ambiente.

I lavoratori lo ripetono all'infinito: "Vogliamo far lavorare la fabbrica". Dopo l'incontro a Roma di venerdì scorso è stata confermata la lavorazione della latta ma il taglio della zincatura ha fatto sollevare le proteste. Franco Grondona, storico sindacalista Fiom, lo dice chiaramente: "Questa è una lotta per il lavoro, potremmo lasciare lo stabilimento depotenziato visto che non si estende la cassa integrazione e tutti continuano a prendere lo stipendio pieno e i lavoratori potrebbero giocare a briscola, ma Genova vuole lavorare".

Nicola Appice, rsu Fim Cisl è chiaro: "Il piano proposta dal governo comporterebbe una grave paralisi, verrebbe arrestata la produzione di banda zincata che costituisce i due terzi dell’attività dello stabilimento. Chiediamo il ritiro incondizionato del piano corto e l'arrivo immediato dei rotoli di acciaio necessari per mantenere attivi tutti gli stabilimenti produttivi del Nord".    

Dalle 9,45 il corteo è arrivato fino a piazza Savio, davanti alla stazione di Cornigliano, dove i lavoratori si sono fermati per un presidio a oltranza. Un autocarro è stato posizionato alla fine della Guido Rossa con la strada chiusa in entrambe le direzioni, così come via Siffredi, via Cornigliano, via Dufour e via D'Acri. Per chi deve spostarsi da ponente e levante si può passare da Borzoli o imboccare l'autostrada. Il presidio quindi, rimane in piazza Savio, a oltranza.

Bucci: "C'è da negoziare, compratore entro febbraio"

"Venerdì siamo riusciti a ottenere perlomeno la latta e adesso stiamo lavorando per la zincatura, quindi andremo avanti anche per questo. Ci saranno questa settimana ulteriore incontri con il ministro Urso e quindi andremo avanti. C'è da negoziare e andremo avanti a negoziare, ma siamo in attesa del compratore finale e faremo tutto il possibile affinché questo possa avvenire entro 28 febbraio". Così il presidente della Regione Liguria, Marco Bucci, in merito alla situazione dell'ex Ilva di Cornigliano. 

Salis: "Sono preoccupata, non c'è un progetto"

"Siamo andati a Roma e ci aspettavamo non solo un impegno per i prossimi mesi, ma una visione, un progetto. Il tema è che non c'è un progetto su come mantenere insieme tutti i siti, su come fare gli investimenti, non c'è chiarezza sugli investitori e soprattutto la cosa più importante e che spaventa di più i lavoratrici e i lavoratori è che lo Stato non si è impegnato nettamente nel dire in caso di mancata assegnazione 'noi ci impegneremo con una statalizzazione' anche provvisoria e transitoria per poter garantire la produzione, poter garantire l'arrivo di nuovi investitori". Così, a margine di un evento a Genova, la sindaca Silvia Salis. "Questo ha spaventato enormemente - ha ribadito -, non ci sono state buone notizie. Dare un contentino per qualche mese per la produzione, che tra l'altro a Genova chiude una linea e mette personale sovrabbondante sull'altra linea -aggiunge -, è una 'non soluzione' anche tecnicamente rigettata dai lavoratori. Devo dire che sono molto preoccupata". 
 

Presidio ex Ilva, garantito transito furgoni con pasti scuole

"In concomitanza alla manifestazione organizzata oggi dai lavoratori ex Ilva, a cui rinnoviamo la nostra solidarietà, sarà comunque garantito il transito dei furgoni che trasportano i pasti destinati alle mense scolastiche". Così in una nota Rita Bruzzone, assessora ai Servizi Educativi del Comune di Genova. "Desidero ringraziare il delegato Fiom Armando Palombo e il segretario della Camera del Lavoro Igor Magni, che ho contattato personalmente, per la disponibilità dimostrata a tutela dei più piccoli". Dopo i disagi registrati durante le manifestazioni del 19 e 20 novembre, questa soluzione permetterà alle aziende incaricate - i cui centri di produzione si trovano in via Chiaravagna e via Albareto a Sestri Ponente - di effettuare regolarmente la consegna alle scuole comunali dei territori Centro Est, Centro Ovest, Medio Ponente, Bassa e Media Val Bisagno. In totale saranno impiegati circa trenta mezzi. La Polizia Locale garantirà il proprio supporto anche per il rientro dei furgoni alle rispettive sedi dopo la distribuzione.

A Genova lavoratori preoccupati

Il cosiddetto "ciclo corto", rassicurano fonti vicine all'esecutivo, dovrebbe avere una durata limitata all'inizio dell'anno con il conseguente calo di produzione proprio a Genova. Ma il timore di chi lavora a Cornigliano è che poi tutto resti congelato. Infatti le incertezze su eventuali investitori e sui loro piani di sviluppo non lasciano dormire sogni tranquilli. Da Cornigliano arriva l'appello a rifornire lo stabilimento di rotoli d'acciaio, anche a costo di comprarli non da Taranto ma da altri siti, anche dall'estero. Già oggi infatti, spiega chi lavora all'ex Ilva, lo stabilimento opera sotto regime. In questo 2025 sono già state lavorate 100mila tonnellate di latta con ordini anche per il prossimo anno, valori superiori di più del 20% rispetto al 2024.

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