Politica

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di Annissa Defilippi
Si è concluso senza accordi concreti ma con toni molto diversi l’incontro al Ministero delle Imprese e del Made in Italy sul futuro dell'Ex-Ilva. Al centro del confronto la nuova gara per la ricerca di soci privati e il destino degli stabilimenti, a partire da Taranto e Cornigliano. Presenti il ministro Adolfo Urso, i presidenti di Regione, i sindaci dei territori coinvolti e tutte le sigle sindacali. 

Il governo ha presentato una proposta che, rispetto a quella respinta dieci giorni fa, prevede una "parziale continuità produttiva" per Genova-Cornigliano, scongiurando almeno nell’immediato la chiusura totale degli impianti. Una notizia accolta con sollievo relativo dal presidente della Regione Liguria Marco Bucci: "Registriamo il positivo annuncio della parziale continuità produttiva per lo stabilimento di Genova Cornigliano che scongiura le peggiori previsioni di una chiusura degli impianti", ha dichiarato Bucci al termine del tavolo. "Pur essendo un segnale importante, che va nella direzione che auspichiamo da settimane e che deve restituire fiducia ai lavoratori e al territorio, si tratta di una riduzione di produzione che dovrà essere riequilibrata per tornare almeno alla produzione attuale nel più breve tempo possibile". Il governatore ha assicurato che "Regione Liguria continuerà a monitorare con la massima attenzione" e che il dialogo riprenderà già la prossima settimana.

Salis: "Serve garanzia pubblica, intervenga presidenza consiglio"

Tutt’altro clima dalle parole della sindaca di Genova Silvia Salis, che non ha nascosto la propria frustrazione per l’ennesimo rinvio e per la mancanza di garanzie a lungo termine. "Ennesima gara, ennesimo rinvio, ennesime incertezze", ha attaccato Salis. "Il governo, attraverso il ministro Urso, ha mostrato ancora una volta di non avere alcuna strategia per risolvere la crisi ex Ilva e continua a navigare a vista. A questo punto è necessario che intervenga direttamente la presidenza del Consiglio per dare risposte concrete, garanzie pubbliche e tempi certi ai lavoratori e ai territori". 
La prima cittadina ha definito la proposta governativa "solo sulla carta migliorativa" rispetto a quella precedente, ma "nella realtà una soluzione del tutto transitoria e non applicabile". In particolare ha denunciato il mantenimento del blocco della zincatura a Cornigliano e il sovraimpiego sulla banda stagnata "senza sapere per quanto e con che tipo di investimenti e di garanzie da parte dello Stato" . Salis è andata dritta al punto: "Abbiamo chiesto chiaramente al ministro che cosa succederà se anche la nuova gara dovesse essere un nuovo fallimento. E non abbiamo ottenuto risposte convincenti. Ma questo non va bene: Genova ha bisogno di certezze e di garanzie. L’eventuale chiusura di Ilva a Cornigliano rappresenterebbe una bomba sociale per la nostra città". E ancora: "Che cosa succede se non ci saranno investitori privati? Che cosa succede a Genova, agli impianti del Nord, se a Taranto non riparte la produzione? Vogliamo che lo Stato ci dia la garanzia che, se i privati non faranno un’offerta soddisfacente, queste fabbriche non chiuderanno e questi lavoratori non resteranno a casa. È l’unica cosa che ci interessa". In conclusione la sindaca ha lanciato un monito diretto all’esecutivo: "Non vorremmo che questo diventasse il governo che sancisce la fine della storia dell’ex Ilva". "Non abbiamo ricevuto impegni chiari", ha aggiunto. "Aspettiamo ora le decisioni dei lavoratori, a cui ribadiamo che non faremo mancare il nostro sostegno". Il tavolo è stato aggiornato alla prossima settimana. Nel frattempo i sindacati hanno annunciato l'assemblea dei lavoratori per lunedì pomeriggio.

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