
Il boicottaggio – termine che deriva dal nome del capitano inglese Charles Boycott, un amministratore terriero dell'800 contro il quale venne lanciata una campagna di isolamento dagli abitanti del paese dove viveva come protesta per le vessazioni cui sottoponeva i suoi contadini - è da sempre uno strumento di pressione politica. Celebri quelli contro l'apartheid in Sudafrica o contro la Russia alle Olimpiadi di Mosca quando 65 nazioni non si presentarono in segno di protesta contro l'invasione sovietica dell'Afghanistan.
Più di sette milioni di download
Adesso questo strumento ha trovato negli smartphone un prezioso alleato grazie a tutta una serie di app. Una delle più scaricate è No thanks, disponibile sia su dispositivi iOS che Android, che permette di conoscere i prodotti legati in qualche modo ad Israele in base ai fornitori. Creata da Mahmud Bashbash, uno sviluppatore di software originario della Palestina residente a Budapest, il suo profilo Instagram ha 216.000 follower e conta già più di sette milioni di download. Usarla è semplicissimo permettendo di scansionare il codice a barre dei prodotti, quelli dei supermercati in testa: se appare una schermata verde l’acquisto è approvato, se è rossa significa che il brand rientra nella lista dei marchi da boicottare. L'applicazione contiene anche una lista di tutte le aziende, principalmente multinazionali, che intrattengono legami commerciali con Israele, che spaziano dal cibo alla moda, e dalla tecnologia al divertimento.
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