
Proseguono le polemiche relative all'acquisto da parte del Carlo Felice di un capannone per conservare le scenografie nei pressi di Casale Monferrato per circa un milione di euro. Il tema è entrato nelle discussioni anche del consiglio comunale di Genova. Ma la questione ha lasciato strascichi. Il consigliere regionale del Pd Federico Romeo e quello comunale sempre dei dem Donatella Alfonso sono stati querelati per diffamazione dall'ex sovrintendente del Teatro Carlo Felice Claudio Orazi.
Lo stesso ex sovraintendente Orazi ha spiegato: "Ho sempre svolto il mio incarico con la massima trasparenza, correttezza e nell'interesse esclusivo della Fondazione. Le affermazioni che sono state diffuse, oltre ad essere totalmente infondate, danneggiano gravemente la mia persona ma anche l'immagine e la credibilità di una delle più importanti istituzioni culturali italiane quale è il Teatro Carlo Felice di Genova. Ho agito legalmente soprattutto per il teatro e per tutti quei lavoratori, che rappresentano la maggioranza, che hanno creduto e condiviso un progetto di risanamento ed una visione per il futuro. Ma anche a tutela dei valori istituzionali per i quali ogni proposta e decisione è stata sempre responsabilmente elaborata, discussa e approvata dagli Organi di Indirizzo e di Controllo. Come sarebbe stato facilmente riscontrabile consultando gli atti della Fondazione".
Ma a stretto giro sui canali social arriva la replica del vicesindaco di Genova Alessandro Terrile che ha ricordato come in precedenza il Carlo Felice avesse a disposizione un locale in affitto a Savignone. "Temo di non riuscire a comprendere come una domanda legittima - spiega Terrile -, che peraltro costituisce esercizio del diritto di sindacato ispettivo dei consiglieri eletti nelle Istituzioni che finanziano il Teatro, possa arrecare un danno alla reputazione dell'ex Soprintendente. Mi associo alla loro interrogazione, una domanda che appare naturale oltre che doverosa, almeno per chi conosce bene il nostro territorio e le nostre autostrade: ma davvero per custodire le scenografie del Teatro non si è trovato niente di meglio di un luogo a 110 km da Genova? Nel aggiungo altre due: quanti altri teatri in Italia hanno acquistato magazzini a un centinaio di chilometri dalla loro sede? E' stato stimato l'aggravio di costi di trasporto e di personale per la gestione di un magazzino così lontano da Genova?
La città meriterebbe risposte da chi ha gestito quell'operazione. Ma se la reazione dell'ex Sovrintendente è quella di sentirsi leso nella sua reputazione, sono qui: Sovrintendente, quereli pure me".
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IL COMMENTO
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