Un vero e proprio blitz in una spiaggia simbolo della Liguria, quella di Loano dove la percentuale di spazio libero si ferma al 4,5% a cui si aggiunge un 8% di spiaggia libera attrezzata. Oltre l'87% è dunque occupato dagli stabilimenti. Va avanti anche in questa calda estate 2025 la battaglia di Mare Libero sul tema concessioni balneari, l'obiettivo è far rispettare la direttiva Bolkestein che impone una serie di regole a favore della concorrenza. Di fatto tutti i Comuni costieri devono rimettere a gara le aree per riassegnare le concessioni. Alcuni sono avanti nel percorso, altri meno. Le proroghe fatte negli anni sono state dichiarate illegittime dal Consiglio di Stato. Per il mancato rispetto della normativa la Commissione europea ha anche avviato una procedura d’infrazione contro l’Italia. E così i rappresentanti dell'associazione a tutela dei diritti degli utenti sono andati al mare per occupare simbolicamente la spiaggia, muniti di teli e ombrelloni ma anche di volantini per informare i cittadini della situazione.
"La spiaggia e il mare sono un diritto non un bene a pagamento - spiega Stefano Salvetti, referente ligure di Mare Libero -. Le concessioni balneari sono scadute: anche la proroga al 2027 del governo Meloni è stata smentita dai Tar e dal Consiglio di Stato. Le spiagge sono tornate libere e gratuite: possiamo stendere i nostri teli e piantare i nostri ombrelloni senza timore di infrangere leggi o regolamenti. Se qualcuno tenta di impedirlo chiamate la polizia locale e la capitaneria di porto".
Una manifestazione, quella portata avanti da Mare Libero, condivisa in diverse spiagge italiane e che andrà avanti anche nelle prossime settimane, spiegano gli organizzatori. Non sono mancati momenti di tensione con alcuni gestori di stabilimenti. Anche a inizio anno una sentenza del Tar Liguria ha specificato che "sulla base del quadro regolatorio attualmente vigente, in forza delle sentenze dell'adunanza plenaria del Consiglio di Stato, le concessioni demaniali marittime per attività turistico-ricreative, beneficiarie di plurime proroghe ex lege, hanno cessato i loro effetti in data 31 dicembre 2023, sicché le nuove assegnazioni devono avvenire mediante selezioni imparziali e trasparenti tra i potenziali candidati, ai sensi della direttiva Bolkestein".

"Con le concessioni scadute il 31 dicembre del 2023 i Comuni avrebbero dovuto applicare la soglia minima del 40% di spiaggia libera. La Regione Liguria però ha votato la proposta del consigliere Invernizzi, ex assessore ad Alassio, per congelare la legge - attacca Salvetti -. Il nostro obiettivo è arrivare ad avere almeno il 50% di spiagge libere".
Un altro elemento di discussione riguarda gli indennizzi come precisa ancora Salvetti: "Il decreto recentemente emanato sugli indennizzi, che riconosce gli investimenti non ancora ammortizzati degli ultimi cinque anni, è illegittimo e in contrasto con l’articolo 49 del Codice della Navigazione. Questo articolo stabilisce che, alla scadenza della concessione, gli ex concessionari devono rimuovere le proprie strutture amovibili, mentre i beni strutturali vengono acquisiti dal demanio senza alcun indennizzo. Inoltre, se sono state realizzate opere abusive, i concessionari sono tenuti a demolirle e a ripristinare l’area. La Corte di Giustizia dell’Unione Europea impone di bandire gare aperte a tutti, senza introdurre clausole che limitino la partecipazione dei nuovi operatori. Chi vince la gara deve poter presentare il proprio progetto e non essere costretto a pagare una sorta di “pizzo” a chi, negli anni precedenti, ha già beneficiato delle rendite e ha pagato canoni concessori irrisori. Nel decreto non c’è una congruità tra i canoni concessori e i reali fatturati delle attività" conclude Salvetti.
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IL COMMENTO
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