SANREMO - Sono un migliaio le persone che nel pomeriggio hanno partecipato al "Sanremo Pride 2024", il primo in Italia "ma anche in Europa", come affermato dal presidente di Mia Arcigay Imperia, Marco Antei.
"Per ragioni storiche che non tutti conoscono proprio qui, il 5 aprile del 1972, ci fu la prima manifestazione pubblica del movimento lgbt+ europeo. Una quindicina di persone che scesero in piazza per protestare contro un convegno sulla sessualità, in cui l'omosessualità era rappresenta come una devianza". Il raduno di quest'anno - il cui leit motiv è "A Sanremo si ama" - si aperto verso le 14, in passeggiata Trento Trieste con il corteo musicale. I manifestanti si sono spostati sulla ciclabile, poi in via XX Settembre e una volta arrivati davanti allo stand politico della Lega, in piazza Colombo, hanno girato lo striscione, per poi ripartire verso via Roma e la pista ciclabile, con capolinea Pian di Nave.
"Il messaggio che vogliamo lanciare qui oggi - prosegue Antei - è che abbiamo da chiedere all'Italia ciò che altri Paesi in Europa già hanno. Ad esempio il matrimonio ugualitario e quella che una volta chiamavano 'stepchild adoption' ovvero l'adozione tout court". Per Antei "dal 1972 al 2024 è cambiato tanto. Innanzitutto, la nostra visibilità: c'è molta più accettazione da parte della popolazione non lgbt; ci sono molti più alleati di quanti ne avessimo trent'anni anni fa. Si stima, in media, che il 50 per cento circa di persone presente a un Pride non sia lgbt, e questa è già la nostra conquista".
Molti dei partecipanti, infatti, non appartengono al popolo lgbt+, ma ne sono coinvolti "magari avendo un figlio, un cugino, un nipote o la migliore amica che appartengono a questo magnifico mondo". Tra gli ospiti di questa edizione del Pride c'era pure Laura Pereira, Miss Beauty Trans Italy 2023, brasiliana di origine, ma che abita a Milano (sposata con un italiano), classificatasi al quinto posto in Europa. "E' per me sempre un orgoglio essere al Pride - ha detto - perché dobbiamo essere presenti, siamo vivi. Essere miss non significa soltanto indossare una corona: siamo anche dei portavoce e dobbiamo aiutare le nuove generazioni a vivere nel mondo".
IL COMMENTO
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