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Nei giorni in cui è atteso il pronunciamento della Corte dei Conti sulla cessione della società concessionaria (Aspi), che gestiva il Ponte Morandi al momento del suo crollo il 14 agosto 2018, arriva un cambio di passo nella holding della famiglia Benetton
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GENOVA - "Sì, dopo 41 mesi senza i nostri cari noi non possiamo dimenticare anche se l’attenzione ai cardini di questa vicenda si sta allentando", inizia con un'amara constatazione di fatto il comunicato del Comitato Ricordo Vittime Ponte Morandi e della presidente Egle Possetti, che pone l'accento su quanto sta avvenendo in queste ore, "alcune singolari coincidenze". Infatti "è stato designato un nuovo presidente alla holding della famiglia Benetton (socio di maggioranza di Autostrade spa) che dichiara discontinuità con la precedente politica aziendale e la sua vicinanza alle famiglie delle vittime, asserendo che sono stati commessi degli errori, siamo chiamati direttamente in causa e quindi non possiamo esimerci. E’ come assistere ad un cambio di vesti, ad un’operazione di pulizia, ad un nuovo corso, sono parole pronunciate in un ambiente informale tramite un video quasi fra amici, anche come avvicinamento empatico, inoltre viene citata la “sola partecipazione del 30%” all’interno della società concessionaria, che purtroppo per noi ancora oggi gestisce l’infrastruttura oggetto del crollo, e che continua ad incassare utili".

"Se questo cambio di passo della holding è reale potrebbero iniziare a rinunciare all’eventuale compenso del “solo 30%” derivante dall’accordo per la “vendita” della società, destinandoli ad interventi strutturali sulla rete gestiti da parti terze, ad esempio".

E non bisogna dimenticare che proprio in questi giorni sono infatti attese decisioni molto importanti sull’accordo inerente questa acquisizione della società concessionaria da parte di una cordata avente maggioranza pubblica, con la previsione di un esborso miliardario. Anche per questo motivo, è stato fissato per questo lunedì alle 17:30 un presidio, organizzato dal senatore Mattia Crucioli, davanti alla Corte Conti di Genova per manifestare riconoscenza all'unica istituzione "che, sino ad ora, nell'ambito di questa triste vicenda, sta dimostrando rettitudine e fermezza". Infatti le ultime speranze sono proprio riposte in quest'organo.

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"La Corte dei Conti, massimo organo di controllo del bilancio dello stato, nei prossimi giorni è chiamata a valutare se questo accordo sia dannoso per le casse pubbliche, noi siamo vicini alla Corte in questo importante e delicato compito essendo fiduciosi che la loro attività sarà all’insegna del rigore e della correttezza. Noi e molte persone, anche onorevoli parlamentari di svariati schieramenti, pensiamo che questo accordo sia una vergogna, sono anche stati presentati alla Magistratura esposti importanti che cercano di far luce su questa vicenda", prosegue la nota.

"Detto questo riteniamo almeno singolare che questo millantato nuovo corso della holding della famiglia Benetton parta in questi giorni, ma forse è un puro caso"

"Noi chiediamo che la società Autostrade sia posta sotto controllo pubblico temporaneo in attesa delle risultanze processuali, congelando la distribuzione di utili, alla fine del procedimento si potranno fare delle scelte corrette su tutta la vicenda", è l'appello da parte dei familiari delle 43 vittime che hanno visto anche l'esclusione dal procedimento poiché il comitato si è costituito in seguito al crollo di Ponte Morandi, un tecnicismo giudiziario che si augurano possa venir modificato.

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E non bisogna dimenticare che "qualcuno in passato di questa famiglia ha dichiarato di “essere loro stessi vittime”, richiamando alcuni pensieri filosofici pensiamo che “ le parole possono essere come chiodi, se vengono piantati possono essere tolti ma lasciano sempre il buco”, purtroppo qui le uniche vere vittime sono 43 persone stese da 41 mesi che non hanno avuto possibilità di scelta quel giorno. Ormai non ci fidiamo più dopo 41 mesi di parole e pochi fatti in merito a questa vicenda ed al nostro disegno di legge, siamo come San Tommaso vorremmo toccare con mano se il nostro Stato vuole veramente fare qualcosa per le vittime di stragi come questa e se questi azionisti hanno veramente intenzione di purificarsi oppure vogliono “solo cambiare il vestito senza prima lavarsi”.