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Nel capoluogo di provincia del Levante ligure percentuale di differenziata superiore al 78% e la Tari è circa 280 euro in media meno costosa rispetto a quella che si paga sotto la Lanterna
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GENOVA - "Attualmente la differenziata è circa 42%, nell’ultimo anno e mezzo è salita del 6% circa. Nel 2021 si attestava sul 36%" così l'assessore ai Rifiuti del Comune di Genova Matteo Campora nel corso dell'ultima consiglio comunale di Genova a Palazzo Tursi rispondendo a un'interrogazione del consigliere Stefano Amore sull'istallazione dei nuovi contenitori per il conferimento della raccolta differenziata.

L'obiettivo per il 2022 dunque è raggiunto. Cresce la percentuale di raccolta differenziata a Genova che rappresenta però la maglia nera della Liguria. La media regionale, secondo gli ultimi dati, è infatti al 55,7% con un trend in crescita. Il premio per il comune più bravo della regione spetta ad Albenga (82%) ma tra i capoluoghi di provincia è La Spezia a mostrare i risultati migliori con il 78,5%.

Il Comune di Genova ha da tempo iniziato a installare i nuovi cassonetti della differenziata. Si è partiti dalla Val Bisagno: Struppa, Staglieno, Molassana, Marassi, Quezzi, San Fruttuoso. Si tratta di una nuova tipologia già diffusa in altre città del Nord Italia con un'apertura degli stessi cassonetti che dopo una prima fase tradizionale (a pedale), diventerà elettronica (possibile a quel punto solo con apposita tessera). Qualche problema si è verificato e non è raro trovare accanto ai nuovi contenitori della differenziata della spazzatura lasciata in bella vista in attesa di essere ritirata. Su gruppi social non mancano le segnalazioni.

"Naturalmente sono cassonetti nuovi e moderni - spiega Campora che sottolinea come debbano essere accompagnati da una corretta campagna d’informazione -. Posso, comunque dire, che i problemi che oggi abbiamo sono gli stessi, che ad esempio, ha avuto La Spezia che li ha collocati 4 anni fa. Ci sono alcune criticità è vero, ma diciamo che sulle migliaia di cassonetti che sono stati posizionati le criticità sono quelle che ci immaginavamo".

Proprio La Spezia è presa come riferimento per quanto è stata in grado di fare in questi anni. Nel 2017 la percentuale di raccolta differenziata nel golfo dei Poeti era del 62% oggi sfiora l'80%. Sette anni fa, nel 2015, era al 40%, più o meno come Genova oggi. Certo, di mezzo c'è il distinguo tra Genova e La Spezia della grandezza delle due città: a Genova ci sono circa 580mila residenti, alla Spezia 92mila.

L'obiettivo dunque per Genova è arrivare ai livelli delle altre grandi città del Nord Italia. Il problema del capoluogo ligure è la sua conformazione tra vicoli stretti e alture: di fatto più città in una. Per ovviare ad alcune problematiche sono stati creati tra i carruggi gli eco-punti per i residenti, nei secondi in alcuni casi sono stati anche stati predisposti i sistemi anti-cinghiale: cassonetti ancorati a terra che impediscono il capottamento.

In altre città più piccole il metodo più utilizzato per la raccolta dei rifiuti è il porta a porta. A Genova, ad eccezione di alcuni casi, sembra qualcosa di impensabile. "In una città come Genova non è possibile attuare questo sistema di raccolta, avremmo dovuto aumentare il costo della Tari almeno del 3 o 4% - spiega Campora in consiglio -. È possibile farlo solo in alcune zone. Esiste, ad esempio, il porta a porta di Crevari che funziona bene o dei negozi commerciali del centro storico". Rispetto ad altre città Genova è ancora indietro ma è lo stesso assessore ai Rifiuti a sottolineare come "il paragone vada fatto con città con lo stesso numero di abitanti" con Campora che è pronto ad approfondire il tema rifiuti in "un’apposita commissione con il nuovo presidente Amiu".

E cosa fanno le altre città grandi più o meno come Genova? Torino ha circa 850mila abitanti con una percentuale di raccolta differenziata che si attesta al 53,3%. Palermo (630mila abitanti) non supera il 30%, Bologna (390mila abitanti) è oltre il 55%, Firenze (370mila abitanti) è un esempio virtuoso con il porta a porta che le permette di raggiungere l'80% di differenziata, va peggio al Sud dove a Bari (320mila abitanti) fa segnare valori di raccolta differenziata simili a Genova (43,9%). A Milano (1,3 milioni di abitanti) la percentuale di raccolta differenziata è del 63%, 20 punti percentuali più alta di Genova, mentre Napoli (900mila abitanti) siamo al 34%.

E poi c'è il capitolo Tari. Genova è la seconda città in Italia per costo medio più alto della tassa sui rifiuti con 480 euro per famiglia. Al primo posto nella classifica c'è Catania con addirittura 594 euro di media. E le altre città grandi come Genova? A Torino la media della tari è di 342 euro, a Palermo 318 euro, a Firenze 250 euro, a Bologna 230 euro in media. Guardando invece in Liguria l'esempio è sempre La Spezia: a fronte di una differenziata arrivata al 78,5% la Tari media è di 197 euro (quasi 280 euro in meno di Genova).

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