Cronaca

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E' arrivata dopo sei ore di camera di consiglio la sentenza d'appello nei confronti di don Luciano Massaferro. I giudici di secondo grado del tribunale di Genova hanno confermato, tra le proteste dei fedeli che da sempre sostengono l'innocenza del sacerdote, la condanna a 7 anni e 8 mesi per il parroco di Alassio, che era stato arrestato nel dicembre del 2009 con l'accusa di aver molestato una chierichetta di 12 anni. Ai domiciliari dallo scorso febbraio, subito dopo la sentenza di primo grado del tribunale di Savona, don Lu - come lo chiamano affettuosamente i suoi fedeli parrocchiani - avrebbe compiuto le molestie in tre occasioni. E' stata la stessa bambina a raccontare gli abusi, prima ad alcune amichette e poi alla madre, che ha denunciato il prete. La vittima aveva confermato i suoi racconti anche agli psicologi dell'ospedale Gaslini di Genova ed erano scattate le indagini della polizia che hanno poi portato alla condanna di primo grado tra lo stupore dei parrocchiani. Per sostenere il parroco, i fedeli di Alassio avevano persino esposto uno striscione davanti alla chiesa di San Giovanni e San Vincenzo, nel centro della cittadina ligure in provincia di Savona. E anche oggi la reazione dei parrocchiani alla conferma della condanna è stata di incredulità e sconforto: "La giustizia è morta", ha gridato uscendo dall'aula del settimo piano del palazzo di giustizia una anziana. "Vergogna", ha detto un'altra, mentre un'altra ancora piangendo ha sostenuto che don Luciano "non se lo merita". "Ce ne andiamo incavolati, non bastonati", è stata la reazione di un parrocchiano. "Non può essere che una persona così venga condannata. Per noi non cambia assolutamente nulla", ha detto, mentre i legali del parroco annunciavano il ricorso in Cassazione. "Non condividiamo la sentenza, siamo certi e sicuri dell'estraneità di don Luciano, faremo ricorso in Cassazione per acclarare la verità dei fatti", ha annunciato Alessandro Chirivì, che difende il sacerdote insieme al professor Mauro Ronco del Foro di Torino. Il legale si è subito allontano dal tribunale di Genova per fare visita al suo assistito, che sta scontando la pena nella casa della parrocchia. "Gli ho comunicato la sentenza per telefono - ha detto al riguardo l'avvocato Chirivì - e don Luciano ha ascoltato con rassegnazione".