Cronaca
TRENT'ANNI DOPO
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La città si aggrappa all'ultima grande fabbrica che è senza ossigeno. Le manifestazione di questi giorni, gli operai dei cantieri che devono usare l'arma più antica della protesta, scendere per le strade, bloccare la vita della città, paralizzare il traffico, creare pesanti disagi ai cittadini anche lavoratori come loro, ci rigettano indietro nel tempo di una trentina d'anni, quando Genova viveva il tremendo periodo della de-industrializzazione, il disimpegno delle Partecipazioni statali che non avevano soltanto aiutato la città a tirare avanti, ma avevano creato una rete di intelligenze manageriali e tecnologiche straordinarie.Allora ci si illuse che la grande industria con gli operai avrebbe lasciato spazio al terziario, al turismo, alla città intelligente. Erano gli anni in cui Alberto Gagliardi, vivace cervello democristiano e manager dell'Elsag lanciava lo slogan dell'industria pensante contro l'industria pesante. Oggi ci rendiamo conto che tanti di quei ragionamenti sono stati traditi. L'industria pesante finisce e quella pensante stenta a occuparne gli spazi vuoti.
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