Cronaca

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Un "sì" in chiesa per cancellarela clandestinità, sposando la donna che, conosciuta in ospedale, amava. E' stato il vescovo di Albenga a sposare un marocchimo di 28 anni, di Fez, senza permesso di soggiorno e una 39enne, albenganese, il cui matrimonio (riconosciuto in virtù del Concordato all'anagrafe del Comune di Albenga guidato da una sindaco leghista) ha consentito a lui di uscire dalla clandestinità e divenire cittadino italiano e lei di essere felice per aver rimesso in piedi la sua vita dopo un divorzia. La notizia è stata resa nota dal "Secolo XIX." Le vite dei due protagonisti di questa storia sono una donna italiana, che ha una figlia nata da un precedente matrimonio ormai finito e uno straniero, laureato, cuoco, immigrato clandestino. I due si conoscono in ospedale dove lui viene ricoverato perché trovato svenuto in strada e lei perché voleva dimagrire. Restano in clinica 20 giorni, si frequentano e s'innamorano. Una volta usciti decidono di sposarsi. In un comune leghista votato alla lotta ai clandestini non è facile. Allora decidono di andare dal vescovo Mario Oliveri che, convinto dell'amore tra la coppia, ha deciso di sposarli.