Cronaca
Bimba morì dopo aver ingoiato pila: "ritardi nella diagnosi" al Gaslini
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"Dal momento dell'arrivo di Alice all'ospedale Graslini, sono ravvisabili difetti di prudenza nell'aver sottovalutato la gravità dei sintomi presentati sin dall'inizio". Lo afferma la perizia del medico legale Luca Tajana, depositata nei giorni scorsi al sostituto procuratore Stefano Puppo, che indaga sulla morte di Alice Giusto, la bimba di 20 mesi strocata a giugno da una emorragia dopo avere ingerito una mini-pila. Le uniche "chances di sopravvivenza - prosegue il medico legale - sarebbero state garantite da una tac toracica, per la quale però non era prevista nessuna tassativa indicazione, attraverso la quale probabilmente sarebbe emersa la presenza del tramite fistoloso aorto-esofageo. Ciò avrebbe consentito un non semplice approccio chirurgico, sul cui esito, stante appunto la particolarità del substrato anatomo patologico, non ci si può esprimere". Il fascicolo è ancora a carico di ignoti, ma nei prossimi giorni il pubblico ministero potrebbe già iscrivere i primi nomi sul registro degli indagati. La piccola, quella mattina, si era svegliata e aveva iniziato a vomitare e a perdere sangue. In un primo momento, era stata ricoverata in codice giallo, ovvero giudicata in condizioni non preoccupanti. Nel pomeriggio, però, le sue condizioni erano peggiorate. I medici avevano deciso così di operare la piccola Alice d'urgenza. Ma la bimba era entrata in coma prima di arrivare in sala operatoria e poco dopo era morta.
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