Cronaca

1 minuto e 26 secondi di lettura
"Stiano lontano dalla mia gente, soprattutto dagli anziani e dai bambini. Fino a quando non impareranno quel valore che non conosce confini di nazionalità, religione e tempo: il rispetto per la persona": esasperato dagli zingari, il parroco di Cornigliano, quartiere periferico del ponente genovese, ha scritto una lettera appello ai carabinieri, al questore e al sindaco per chiedere più sicurezza nel quartiere. "Questi fratelli zingari, che fino a poco tempo fa hanno sempre trovato la porta aperta e un aiuto - scrive don Valentino Porcile (nella foto) - andrò io a trovarli dove vivono per portar loro l'aiuto di cui hanno bisogno. Personalmente non mi stancherò di gettare ponti tra loro e chi, a torto o a ragione, li sente così diversi". A spingere il parroco a chiedere un intervento per la sicurezza del quartiere e delle persone che frequentano la parrocchia, soprattutto gli anziani, sono stati i "ripetuti fatti, accaduti nelle scorse settimane, di aggressività e prepotente violenza di alcuni zingari maggiorenni e minorenni". "Ho sempre aiutato tutti e continuerò a farlo, senza distinzione di nazionalità, religione e condizione sociale", scrive il sacerdote che afferma di essere stato costretto a cambiare atteggiamento a causa del proporsi sempre più aggressivo e intimidatorio degli zingari: "rapine effettuate da minorenni, aggressività nei confronti di anziani, atteggiamenti di sfida che hanno sfiorato l'aggressione fisica al sottoscritto". "Finché sono entrati per chiedere aiuto - scrive don Porcile -, hanno sempre trovato la porta e il cuore aperti. Se entrano per servirsi da soli, cerchiamo di 'difenderci' come possibile. Ora sono anche aggressivi, e questo è insostenibile ed inaccettabile".