Cronaca

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"Ho, comunque fiducia nella giustizia". Lo ha dichiarato, all'uscita del palazzo di Giustizia, di Imperia, Paolo Arrigo. Nel corso dell'udienza, durata circa due ore e mezza Arrigo ha ribadito la propria estraneità ai fatti, ma senza mai accusare la Petersone, affermando di non averla vista uccidere il piccolo, ma solo picchiarlo, come potrebbe essere ribadito in giudizio dal poliziotto chiamato a testimoniare sulla denuncia 'verbale' di Arrigo. Le contestazioni, ha spiegato il legale di Arrigo, Maurizio de Nardo, "in astratto sono più gravi, ma in concreto parliamo soltanto dell'aggravante di un reato che prevede come pena massima cinque anni". In astratto, infatti, se prima i due imputati rischiavano una pena massima di 18 anni, oggi il massimo della pena sale a 20 (con la riduzione di un terzo per il rito). Per quanto riguarda la Petersone, il suo legale ha annunciato che le saranno concessi gli arresti domiciliari anche con il parere favorevole del pm Filippo Maffeo. Il giudice si è tuttavia riservato di decidere perché prima bisognerà valutare l'idoneità di una struttura ecclesiastica, individuata sopra Poggio di Sanremo, dove la giovane potrebbe essere ospitata.