Cronaca

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La tornata elettorale del 1995 non può non tenere conto di due altre consultazioni, una amministrativa e l’altra politica, avvenute nel 1993 e nel 1994. Nel 1993 dopo lo scandalo delle Colombiane Genova è commissariata e nel novembre dicembre di quell’anno i genovesi sono chiamati a scegliere il nuovo sindaco. La sinistra sotto la lanterna è in difficoltà. Lo scandalo ha colpito pesante il sindaco pidiessino e un assessore sempre della Quercia (Burlando e Grattarola poi scagionati), la Lega Nord nel capoluogo ligure intercetta le istanze di un ceto moderato orfano della DC travolta da Tangentopoli e “arrabbiato” per il flop del 1992 che ha già portato alle dimissioni di un altro sindaco, il repubblicano Romano Merlo.

La Lega è quindi ad un passo dalla vittoria ma al posto del popolare “tribuno” Sergio Castellaneta, Umberto Bossi decide di candidare il poco noto e ancora meno avvezzo alla politica Enrico Serra. Dall’altra parte l’area di centro sinistra si trasforma in un laboratorio da cui esce la candidatura del giudice cattolico Adriano Sansa. La vittoria andrà a quest’ultimo dopo un’infuocata campagna elettorale e l’esperienza per il centro sinistra tornerà utile due anni più tardi. Pochi mesi dopo Berlusconi annuncia il suo ingresso in politica e nel 1994 sbanca le elezioni vincendo alla grande le politiche e, poco dopo, le europee.

Il 1995 quindi s presenta come un test. Saprà il centrosinistra controbattere l’offensiva di un nuovo schieramento che ha rivoluzionato i canoni della politica e saputo interpretare le istanze profonde degli italiani? La casa delle libertà forte del carisma del suo leader sarà all’altezza in una dimensione amministrativa della competizione elettorale?

In Liguria i due schieramenti si affrontano consci della loro forza e delle rispettive debolezze. Il PDS guidato da Graziano Mazzarello e Forza Italia con Alberto Gagliardi danno vita ad una battaglia politica che in questa tornata è vittoriosa per il centro sinistra e prefigura la prossima nascita dell’Ulivo. Giancarlo Mori, ex presidente della provincia di Genova e democristiano impegnato nella costruzione della Margherita è l’asso che viene calato da salita s. Leonardo per convincere i moderati a scegliere il centrosinistra. Al fianco di Mori un “pacchetto” pregiato di uomini del pds: Graziano Mazzarello, Mario Margini, Giuliano Gallanti.

Per la Casa delle Libertà è una tornata interlocutoria. Il radicamento territoriale non è ancora avvenuto e a Mori viene contrapposto un personaggio proveniente dalla società civile Sergio Magliola che si presta senza troppa convinzione alla probabile sconfitta. Quelle elezioni vengono vinte dal centro sinistra ma in regione approdano alcuni nomi come Orsi e Abbundo che sotto l’ala protettiva del vecchio liberale Valenziano vanno a costituire il primo nucleo di consiglieri giovani del nuovo soggetto politico del cavaliere.