Cronaca

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Martedì decisivo per la sorte della pace sociale nel porto di Genova. In prefettura si riunisce un tavolo allargato ad Autorità portuale, Culmv, sindacati, terminalisti, Regione, Comune e Provincia, Camera di commercio, Capitaneria di porto e, a coordinare, il prefetto di Genova Anna Maria Cancellieri per tentare di trovare una soluzione condivisa che traghetti senza traumi alla gara per l’ormai famoso articolo 17, quello che in base alla legge sui porti regola la fornitura di manodopera in porto, oggi operata dai 1200 uomini della Culmv e dai 60 della Pietro Chiesa per le rinfuse. Oggi la situazione è questa in virtù di un accordo firmato nel 2002 tra terminalisti e compagnie, dopo che la Culmv liberò il multipurpose che poi venne assegnato, con procedura oggetto di un’inchiesta della magistratura, a diversi soggetti. Lo stesso accordo fu poi approvato sia dal comitato portuale che dal ministero, lo stesso che oggi chiede la gara. Ma la legge è legge e va rispettata, dicono tutti. Eccetto i sindacati e la Culmv e la compagnia Pietro Chiesa che sbandierano la difesa del lavoro e dei livelli salariali. Il presidente del porto Luigi Merlo è pronto a mediare, così come il prefetto, ma nei limiti della legge. Ed eccoci al tavolo in prefettura, ottenuto da Annamaria Cancellieri in missione dal ministro Matteoli che ha già concesso un breve congelamento del bando che doveva essere approvato lo scorso comitato. Se ci sarà una proroga oltre la data prevista del 31 dicembre lo si saprà nelle prossime ore. Elisabetta Biancalani