Cronaca

1 minuto e 50 secondi di lettura

Ecco la lettera inviata dai figli e dai parenti stretti dell'ex presidente del porto di Genova Giovanni Novi a giornali e televisioni dopo la liberazione dagli arresti domiciliari del padre inizialmente prevista per martedì 19 febbraio e invece anticipata a oggi dal Gip Franca Borzone:

"Siamo stati in silenzio per undici giorni, ma ora che nostra madre sta morendo vorremmo chiarire quanto segue: nostro padre per tutta la sua vita è stata persona capace, onesta e corretta e saprà difendersi dalle accuse vili e false sottoposte al Pubblico Ministero da individui senza scrupoli. In questo lo aiuteremo con tutte le nostre forze anche se il danno alla sua immagine rimarrà irreparabile. Nostra madre, se pur malata da sei anni, era attiva. Il giorno dell'arresto di papà era a casa a pranzo con lui e con amici di passaggio a Genova. Alla sera ha pianto per nostro padre, alla mattina è svenuta, al pomeriggio è stata colta da febbre altissima e siamo stati costretti, su suggerimento dei medici, a ricoverarla in clinica. Non si è più ripresa ed ora è incosciente e in fin di vita. A nostro padre, ben sapendo le condizioni di nostra madre, sono stati estesi gli arresti domiciliari di una settimana come se si trattasse di un criminale. L'unico gesto di umanità è stato quello di permettergli di visitarla in ospedale. Tutti i giorni, se non bastasse quanto accaduto, vengono fatti filtrare ai giornali spezzoni di registrazioni telefoniche incomplete e quindi fuorvianti, così da ricoprire di fango ulteriormente l'immagine di nostro padre. Nulla si è saputo invece delle accuse che lui aveva rivolto all'Autorità giudiziaria di gravi illeciti commessi da altri. Si è preferito colpire chi ha scoperto le tante e gravi magagne, anziché toccare i veri approfittatori. Ci chiediamo: che giustizia è mai questa?".

Il comunicato è firmato da Antonio, Andrea, Alessandro e Cristina Novi. Sulla liberazione anticiata di Novi in procura è stato spiegato che sono state quasi interamente completate le attività di indagine che richiedevano il perdurare della misura cautelare e che si è tenuto anche conto della situazione familiare di Novi, in particolare delle condizioni di salute della moglie.