cronaca

La "denuncia" a Primocanale di una telespettatrice sul pessimo stato di Angeli e Castagna
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"Tra pochi giorni ricorrono i morti, spero che stavolta vinca mio nonno che l'anno scorso non poté partecipare perché era ancora vivo". La battuta appartiene al filone dell'umorismo macabro e in tale ambito dovrebbe rimanere, circolando solo tra bambini gioiosi e spensierati che ancora nulla sanno di cosa significhi defungere e la cui percezione di una perdita è ben lontana da quella di noi adulti.



Già, dovrebbe. Ma purtroppo la realtà riesce spesso ad essere ancora più lugubre, spettrale, tetra e dolorosa dell'immaginazione. Come nel caso dei due cimiteri di Sampierdarena, il quartiere più popoloso (e tarscurato) della Grande Genova. Sia quello degli Angeli che quello della Castagna versano in tali condizioni di abbandono e degrado al punto da impedire ai parenti dei cari estinti di farvi visita. E tra poco, per tornare all'inizio di questa brutta e triste storia, ricorre il 2 novembre, giorno consacrato alla memoria di chi non c'è più.


La "denuncia" - civile, garbata e documentata con tanto di fotografie - è arrivata a Primocanale da una nostra telespettatrice, prima con una mail e poi con un intervento televisivo su nostro invito. "Nei giorni scorsi - ha raccontato la signora Stefania Pavero - ho provato a fare visita alla tomba di mio padre insieme con mia madre. Ma la galleria dove si trova la sua tomba, agli Angeli, è ancora transennata per presunti lavori di manutenzione dopo che si erano staccati dal soffitto alcuni pericolosi calcinacci. Ero stata io stesso, nel 2018, ad avvertire il Comune che, anziché intervenire, ha chiuso tutto per togliersi da ogni responsabilità".


Prese dallo sconforto, la signora Stefania e la sua mamma non si sono arrese e hanno tentato di fare visita ad altri parenti, stavolta alla Castagna: "Abbiamo trovato la stessa situazione - ha spiegato a Primocanale - scalinata transennata ed impossibilità di raggiungere le tombe, molte delle quali di famiglia. Va avanti così dal 2018, quando avevamo anche scritto al Comune sperando, per il quale i lavori di messa in sicurezza dei calcinacci pericolanti si sono risolti in tutti questi anni nell'installazione di transenne che però impediscono l'accesso alle gallerie".


Emergenza pandemica, soldi che non ci sarebbero (ma ci sono sempre per altre cose, chissà perché), ritardi nelle consegne dei materiali... Facile pensare che le motivazioni di questi mancati o ritardati interventi possano risultare sempre le stesse da parte degli amministratori e dei burocrati.



Ma di fronte a questo scempio, a questa vergogna per una città civile e molto legata alla memoria, ci auguriamo che il Comune di Genova, a cui giriamo il microfono, sappia dare risposte più concrete. E, soprattutto, efficaci. Consentendo alle persone che desiderano recarsi alle tombe dei propri cari di poterlo fare, senza aspettare altri giorni, mesi, anni. Perché se la vita è importante, anche la morte è una cosa seria sulla quale non scherzare, a meno non si sia piccoli, innocenti ed ignari bambini che si raccontano barzellette.