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L'operazione di sgombero del centro sociale Terra di nessuno (leggi qui) nella zona del Lagaccio a Genova ha scatenato più di una reazione da parte della politica cittadina. Al centro modalità e tempistiche dello sgombero. Se Lega in primis esulta per la decisione dall'altra c'è il centro sinistra e non solo che avrebbe preferito un'operazione meno 'di forza'.

"Quello che stupisce - spiega la consigliera comunale del Pd Cristina Lodi arrivata di mattina presto a prendere visione delle operazioni di sgombero - è che da mesi abbiamo un tavolo aperto con la giunta comunale e in due ore si è deciso di sgomberare il centro, la seconda cosa che stupisce è capire perché tutta questa fretta di sgomberare e i progetti futuri per l'area".

Sgombero che ha portato alla reazione anche del consigliere regionale Ferruccio Sansa: "Una città non può semplicemente negare che esistano realtà di protesta - scrive sui social -. Una città non può semplicemente nascondere sotto il tappeto il disagio e chi lo denuncia. Una città vera deve dare spazi ai ragazzi e a chi a modo suo cerca anche di impegnarsi per il quartiere e i suoi abitanti. Una società non può semplicemente sgomberare nemmeno chi contesta radicalmente le sue regole e chi la mette in discussione (a meno che non usi la violenza). Si può essere d'accordo o meno con i ragazzi del Terra di Nessuno, ma è segno di debolezza soltanto sgomberare. Ed è un grave errore, che radicalizza e non risolve i problemi. Se era davvero indispensabile sgomberare il Terra di Nessuno allora si proponga un luogo diverso, nei tanti spazi pubblici non utilizzati, dove possa essere ospitato. Non avvenga come in passato che, dopo lo sgombero a scopo di propaganda, gli spazi restano vuoti. Morti. Non riduciamo ogni cosa a un pro o contro".

Non tardano poi ad arrivare le repliche da parte delle maggiotranze comunali e regionali. Tra questi anche la posizione del presidente di Regione Liguria Giovanni Toti: “Cosa succede se a Genova il Comune sgombera il centro sociale Terra di Nessuno al Lagaccio a seguito di una sentenza del Tar che lo prevedeva? In un mondo normale l’opposizione ringrazierebbe per l’operazione di ripristino della legalità, in Liguria la sinistra scende in strada a fianco di chi occupava illegalmente l’immobile e colleziona comunicati stampa ufficiali di condanna. La sinistra in Liguria difende persone che coltivavano marijuana e per "hobby" lanciavano freccette sulla mia faccia, quella del sindaco Bucci e di tutti leader politici del centrodestra. Per questo particolare inquietante ci aspettiamo la stessa solerte solidarietà. Siamo e saremo sempre dalla parte della legalità e ci aspettiamo che sia così per tutti quelli che ricoprono un ruolo istituzionale. Le nostre città non sono e non saranno mai quelle dei centri sociali che coltivano droga, che incitano alla violenza e che occupano illegalmente uno spazio che noi vogliamo restituire agli abitanti del quartiere. Non molliamo, i liguri ci hanno scelto per questo e non torneranno indietro. Questa terra non è di nessuno, è dei liguri che la amano”.

Il deputato della Lega Edoardo Rixi commenta: "Lo stato di degrado assoluto in cui gli abusivi costringevano quel pezzo di quartiere è la fotografia della loro inciviltà. Sembra di essere in una bidonville. Una situazione tollerata per troppo tempo da amministrazioni di sinistra e difesa tuttora dai loro eredi. Oggi, grazie all’impegno costante della Lega, torna la legalità e i residenti riconquistano quegli spazi che torneranno a disposizione della comunità. L’avvio di un percorso concreto per affermare quei principi di legalità che i genovesi meritano”.

"D’ora in poi al Lagaccio regneranno ordine e legalità. Nessuno può pensare di occupare a sbafo gli immobili di proprietà di tutti i cittadini” commenta l'assesore alla sicurezza del Comune di Genova Giorgio Viale.

Chi invece è sceso in piazza al Lagaccio è Mattia Crucioli, senatore de L'Alternative C'è pronto anche a trasferire il suo domicilio lavorativo nel centro in modo da bloccare lo sgombero, poi non è stato necessario. "Volevo evitare scontri e schierarmi dalla parte dei ragazzi, che fanno parte di una realtà che ha contribuito in molti modi per anni a Genova, nonostante il degrado. Non credo ci sia un progetto serio di utilizzo della struttura e quindi meglio l'utilizzo che facevano i ragazzi e che davano comunque vita a quel posto dove un tempo c'era una fabbrica abbandonata e lasciata in mano alla delinquenza".


Non solo la politica ma anche il mondo sindacale è entrato nella vicenda
: "E' difficile comprendere la tempistica di questa azione muscolare da parte del Comune - commentano dalla Cgil - lo sgombero avviene sulla base di una decisione autonoma del Comune mentre da tempo è in corso un confronto con il coordinamento dei comitati di Oregina Lagaccio e con il sindacato circa l'uso di quella porzione di territorio. Nel corso dei confronti il Comune di Genova, da Piciocchi a Campora a Carratu' si è sempre impegnato a trovare un'altra collocazione al centro sociale prima di arrivare allo sgombero, quindi l'accelerazione di oggi risulta incomprensibile e non condivisibile".