politica

Il cofondatore di "Coraggio Italia" e presidente della Regione Liguria e il momento difficile dei moderati
1 minuto e 35 secondi di lettura
 "Non avrei abbandonato il Consiglio dei ministri, credo che la ragione strutturale per cui abbiamo costruito il Governo Draghi è anche fare le riforme che potrebbero sembrare un po' scomode, affinché tutti i partiti se ne assumano un pezzetto di responsabilita'". Questo il parere di Giovanni Toti, cofondatore di Coraggio Italia e presidente della Regione Liguria, in un intervento tv sulla Rai, sull'assenza dei ministri della Lega al Cdm sulla delega fiscale.

TASSE SULLA CASA - "Toccare la casa agli italiani nel Paese dove la casa è il bene rifugio per eccellenza è qualcosa che va fatto con grandissima prudenza, un Governo in cui ci sono tutte le forze politiche può prendere degli impegni seri di fronte agli italiani e dire che se non verrà tassata la casa, non verrà tassata. Se lo diciamo spero che tutti abbiano una faccia e una voce sola. La riforma fiscale è necessaria in Italia, nella settima potenza industriale del mondo e una sana democrazia non possiamo avere una casa che al catasto vale 10 mila euro e sul mercato un milione".

ELEZIONI - Quanto all'esito delle amministrative, Toti osserva: "Il centrodestra si è presentato alle elezioni amministrative senza un vero disegno da proporre al Paese, una coalizione che i sondaggi accreditavano al 45-46% pronta a governare il Paese. Vogliamo tenere Draghi o non vogliamo tenerlo? Vogliamo il green pass da tutte le parti o non lo vogliamo? Un pezzo di centrodestra sta all'opposizione, un pezzo in maggioranza, è evidente che ci fosse una discrasia nei linguaggi e negli obiettivi. Credo che il tagliando del centrodestra vada fatto su questo. Tra poco si elegge il presidente della Repubblica, da quel momento il nuovo presidente della Repubblica può sciogliere le Camere e si potrebbe andare a votare, io auspico di no, il centrodestra se vuole essere una coalizione deve dire che Paese vuole".