In piazza per il corteo da piazza Alimonda a De Ferrari anche Mark Covell, giornalista inglese che finì in fin di vita durante l'irruzione della scuola Diaz.
Questo il suo ricordo: "E' stata una esperienza terrificante, feci 13 ore di coma, otto costole rotte, una emorragia interna, la mano rotta sinistra, rimasi in completo isolamento per una intera giornata. Sì, ho pensato di morire. Potevano esserci infiltrati tra i manifestanti alla Diaz? No perchè c'era un servizio d'ordine. Oggi e anche negli anni passati sono andato nuovamente alla Diaz, ora a vederlo è un posto pacifico ma ho ancora impresso nella mente l'orrore di quella notte".
Poi un giudizio sulla polizia italiana e su cosa è cambiato in questi vent'anni: "E' cambiato molto, ci vorrebbe però il numero identificativo nel casco per ogni poliziotto, in Inghilterra è così Ci vorrebbe anche una commissione esterna a cui rivolgersi per le situazioni come quella della Diaz. Sarebbe servita per esempio per il caso di Stefano Cucchi e molti altri casi verificatisi in Italia".
cronaca
G8 vent'anni dopo, il giornalista ridotto in fin di vita alla Diaz: "Ho avuto paura di morire"
Il ricordo di Mark Covell: "Gli agenti di polizia devono avere il numero identificativo nel casco"
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