cronaca

L'odissea di una milanese che partita alle 14:25 da Milano è arrivata ad Arenzano dopo le 18:30
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Aveva pensato che per questo weekend si sarebbe finalmente risparmiata le lunghe code sulla A7 per venire in Liguria. Per questo Monica Agostinelli, che di professione fa l'avvocato, aveva scelto di prendere un treno regionale e raggiungere così la sua seconda casa a Milano. Ma preso per lei la giornata di venerdì e il viaggio si sono trasformati in un incubo: dopo essere partita alle 14:25 da Milano Centrale, il convoglio una volta arrivato a Pavia si è fermato e il capotreno ha comunicato ai passeggeri che una parte dei presenti a bordo sarebbe dovuto scendere e prendere il treno successivo diretto a Genova. 

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Il motivo è semplice e liguri e pendolari lo denunciano da tempo: i treni regionali sono troppo pieni, non rispettano il distanziamento, spesso sono in ritardo e la situazione anche sulle ferrovie liguri è ormai insostenibile. Questo accade anche perché su Intercity e Frecce dove la prenotazione del posto è obbligatoria, i biglietti a disposizione finiscono in un lampo. 

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"Il treno era affollatissimo, con tutti i posti a sedere occupati e molte persone in piedi. Una situazione davvero insicura: tutti avevano le mascherine, ma faceva caldo senza aria condizionata", racconta Monica a Primocanale. "Le alternative che ci hanno proposto erano due: o prendere il treno successivo che però sarebbe arrivato sullo stesso binario, quindi con il conseguente ritardo, o prendere un autobus sostitutivo che sarebbe arrivato a Genova Principe, ma ovviamente ha fatto la Serravalle, ovvero quello che io volevo assolutamente evitare perché avevo scelto il treno per evitare in tutti i modi i soliti viaggi pazzeschi in coda sulle autostrade". 

Una situazione paradossale che mette nelle condizioni chiunque di fare i conti che, qualunque mezzo si scelga per raggiungere la Liguria, si sa quando si parte, ma mai quando si arriva. Anche perché poteva capitare a chiunque dato che "il capotreno ha fatto scendere una parte di noi passeggeri dicendoci che non poteva controllare tutti i biglietti e verificare se effettivamente tutti quanti lo avessero con sé: un'affermazione sconvolgente, poiché da Milano a Pavia si poteva fare una verifica. O si vendono troppi biglietti in base alla capienza del treno o molti salgono senza nemmeno averlo comprato". 

Milano-Arenzano più di 4 ore, una vera e propria Odissea che ha visto Monica Agostinelli prendere un treno, poi un bus sostitutivo che ha percorso la Serravalle e poi ancora un treno. "La Liguria sta diventando un posto inavvicinabile, tra viabilità ordinaria e viabilità ferroviaria: non vengo quasi mai nella mia seconda casa proprio per questa situazione che va avanti da anni".  

(Foto d'archivio via Facebook Pendolari Liguri in rivolta)