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Questa mattina il corteo fino alla Prefettura. Palombo, Rsu: "Andiamo a farci sentire dal governo"
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Aggiornamento ore 12.10: I lavoratori sono tornati davanti alla Prefettura dove si è recato anche il sindaco Marco Bucci per confrontarsi con il corteo, in particolare con l'ex leader della Fiom Franco Gordona. "La cassaintegrazione è inaccettabile" sono state le prime parole del primo cittadino, che tuttavia non è risucito a calmare gli animi. "Sindaoc, i lavoratori mentre loro preparano un piano, 1000 lavoratori vanno in cassaintegrazione, non è ammissibile."
"Fate i forti con i deboli ed i deboli con i forti, non contate un cazzo. Sei il sindaco e non ti esponi" Con queste parole si è chiuso il confronto fra Bucci, Grondona e Armando Palombo, della RSU.


Aggiornamento ore 11.47: il corteo si è poi spostato in via Garibaldi in direzione di Palazzo Tursi, dove i lavoratori hanno trovato l'ingresso chiuso. Tra le strade del centro storico genovese sono partiti cori come "il posto di lavoro non si tocca,
lo difenderemo con la lotta", che ha fatto da sfondo per il ritorno del corteo verso la Prefettura"


Aggiornamento ore 11.17:
Giunti davanti al portone della Prefettura, i lavoratori se la sono presa con i poliziotti che si erano interposti con l'entrata, arrivando a insultarli e pretendendo che si togliessero il casco. Dopo un po' di tempo, gli agenti si sono tolti l'elmetto in segno di riappacificazione; qualche minuto dopo tuttavia, uno dei poliziotti è stato colpito alla testa durante un momento di estrema tensione, per poi essere soccorso da una parte degli stessi lavoratori.


Prima l'assemblea davanti allo stabilimento poi la partenza del corteo che da Cornigliano arriverà fino alla Prefettura di via Roma. Riparte dopo 24 ore di pausa, la mobilitazione dei lavoratori dell'ex Ilva di Genova. La diretta su Primocanale.

"Andiamo a farci sentire dal governo, caschi in testa, più decisi che mai", dichiara di fronte allo stabilimento in prima mattinata Armando Palombo, responsabile Rsu dello stabilimento, annunciando l'assemblea per le ore 8,30 e il successivo corteo.

Il gruppo di lavoratori parte dallo stabilimento verso le ore 8,45 e si dirige verso via Cornigliano, percorre poi piazza Massena, ponte di Cornigliano, via Cantore, via Dino Col, via Gramsci, piazza della Nunziata, Zecca, destinazione Prefettura di Genova, largo Lanfranco. Tanta la solidarietà da parte dei cittadini e dei lavoratori: accanto al corteo con lo striscione "Che l'inse", che inizi, arrivano anche i lavoratori del porto di Genova.

All'arrivo davanti alla Prefettura le prime tensioni: i lavoratori chiedono ai poliziotti "picchiateci" e spingono verso il portone di accesso al palazzo.

ll corteo si è fermato per rendere omaggio alla vedova del dipendente ex Ilva Giuseppe 'Pino' Lo Russo, il sindacalista della Fiom genovese deceduto nel luglio 2020 in un incidente avvenuto sulla cresta Kuffner, sul versante francese del monte Bianco. Bianca Lo Russo ha atteso il corteo sotto casa con il caschetto del marito in mano: lì ha ricevuto l'omaggio dei metalmeccanici dell'ex Ilva e dei sindacalisti della Fiom.

Gli operai chiedono al Governo lo stop della procedura di avvio della cassa integrazione ordinaria che a Genova coinvolge quasi mille dipendenti. E' infatti prevista lunedì l'avvio della cassa integrazione da parte di Acciaierie d'Italia. L'azienda ha chiaramente detto che lunedì scatterà la misura. E proprio lunedì a Genova arriverà il ministro del Lavoro Andrea Orlando che incontrerà sindacati e rsu. Proprio dai sindacati è partito il messaggio diretto al Governo.

"L'incontro con Orlando serve per capire se è legittima la cassa integrazione rispetto a un mercato dell'acciaio che tira. Chiediamo al governo di rispondere, questo non è un comportamento accettabile", commenta Christian Venzano, segretario Fim Cisl.

Armando Palombo, Rsu Acciaierie d'Italia, ricorda che "Per l'acciaio si prevede un aumento del PIL del 5 per cento. Lavoratori siderurgici in cassa in Italia per crisi di mercato oltre a noi non ce n'è". E rispetto al silenzio del governo: "E' un atteggiamento da servi o da complici di questa azienda. Oggi lo facciamo anche per smascherare se ci sono delle complicità".

"Rispetto agli altri scioperi oggi c'è piu rabbia di fronte a un'azienda che si comporta in modo barbaro e che provoca e di fronte a un governo assente", commenta a Primocanale Bruno Manganaro, sindacalista Fiom.

Presenti in corteo anche i lavoratori e le lavoratrici della mensa delle acciaierie: Simona Nieddu, segretaria regionale Filcams Cgil, ricorda che "all'interno dell'Ilva c'è una mensa che già ha avuto un calo di pasti e questa cassa integrazione peggiora le cose. Ci sono circa 15 addetti a rischio".

Tra i volti del corteo, anche un ragazzo sedicenne, in compagnia del padre ormai in cassa integrazione da diversi anni e relegato ai lavori socialmente utili. Forte l'orgoglio dei ragazzi che sgilano accanto ai padri.

I sindacati lamentano le assenze politiche importanti sia della destra sia della sinistra. Tra i pochi politici presenti c'è Gianni Pastorino, consigliere regionale di Linea Condivisa: "Qualcuno dovrebbe finalmente dire se sul sito di Genova si vogliono fare investimenti e si vuole triplicare la produzione o se si vuole continuare ad andare con gli ammortizzatori sociali. Il governo è al 50 per cento dell'azienda e non può pensare di far comandare solo Arcelor Mittal".

Per il senatore Mattia Crucioli di L'Alternativa c'è quella di Acciaierie ricorda la dinamica di Autostrade: "I privati prendono in mano le aziende e lasciano macerie. Intanto va avanti la nostra richiesta di non dare soldi ad Autostrade. Dopo la manifestazione del 18 giugno abbiamo presentato una mozione alla Camera e al Senato: chiediamo al governo di non firmare la transazione".


"Abbiamo chiesto al ministro Orlando di anticipare l'incontro - spiega Nicola Appice, coordinatore rsu Fim Cisl - L'azienda però fa quello che vuole e non ha rispetto per i lavoratori, per i sindacati ed evidentemente anche per il ministro. E' anni che diciamo che gli impianti hanno bisogno di investimenti ma nei fatti non arriva nulla e il piano industriale non è noto".

Al centro la questione del futuro della siderurgia e dello stabilimento genovese. Martedì e mercoledì le due giornate di sciopero con il blocco della Guido Rossa. E proprio durante lo sciopero del secondo giorno è arrivata la notizia che il Consiglio di Stato ha bocciato la sentenza del Tar di Lecce permettendo di fatto allo stabilimento di Taranto di non bloccare la lavorazione a caldo. A questo punto per Acciaierie d’Italia, la nuova società tra ArcelorMittal Italia e Invitalia la produzione può continuare. Il ministro allo Sviluppo economico Giorgetti annuncia che presto verrà messo a punto il piano industriale per il rilancio della filiera dell'acciaio. Intanto però a Genova lunedì scatta la nuova cassa integrazione.

Nel frattempo i delegati della Culp, la compagnia unica dei lavoratori portuali di Savona, hanno fatto uscire un volantino in cui si esprime solidarietà agli operai dell'acciaieria genovese. Una nave carica di Coils, infatti, potrebbe essere dirottata dalle banchine di Cornigliano a quelle dello scalo savonese per evitare blocchi dovuti alle proteste (LEGGI QUI).