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I protagonisti hanno dimostrato grande coraggio e sono riusciti a far sorridere sotto le mascherine
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Non si sono fatti attendere gli applausi, calorosissimi, per la prima di "Elisir d'Amore" in un Teatro Carlo Felice sold out, con tutti i 500 posti distanziati occupati. L'allestimento di Lele Luzzati ha incantato il pubblico, un omaggio voluto per celebrare i cento anni dalla nascita dello scenografo genovese. La magia del ritorno del rituale del teatro, con i vestiti eleganti rigorosamente abbinati alla mascherina, i saluti di chi si ritrova nel foyer durante l'intervallo, il sipario che si apre.


 
Ma la vera rivelazione sono stati i giovani talenti dell'Accademia di Alto Perfezionamento che hanno debuttato sul palcoscenico del teatro. Nonostante l'ansia della primissima prima, i giovani in scena hanno dimostrato grande complicità tra loro, grazie ad una recitazione molto fresca e naturale. Il tenore Nico Franchini, nel ruolo di Nemorino, ha conquistato tutti e l'affetto degli spettatori si è fatto sentire dopo la celebre aria donizettiana "Una furtiva lagrima". Per il giovane pugliese classe '92 non è mancata un po' di commozione. Ma promossi tutti i ragazzi del primo cast, dal soprano Claudia Muschio che ha interpretato magistralmente il ruolo di Adina a Alberto Bonifazio e Francesco Auriemma, rispettivamente i "rivali" di Nemorino Belcore e Dulcamara, fino a Giannetta, interpretata da Giulia Filippi.
 
 
"C'era un po' di agitazione prima di iniziare, ma è come essere agli Europei di calcio davanti ad un rigore: è normale avere ansia, ma l'importante è avere il coraggio di tirare e provare a segnare", così il regista Davide Garattini Raimondi a Primocanale nel dietro le quinte. "L'importante è che sul palco si divertano per far divertire il pubblico". E così è stato, i protagonisti hanno dimostrato grande coraggio e sono riusciti a far sorridere sotto le mascherine. È stata una vera e propria festa per il ritorno della grande opera in live e non più in streaming. Sul palco presente anche il coro del teatro, che per tutto lo spettacolo ha tenuto indosso coloratissime mascherine. Il teatro si è adattato alle normative del Covid, senza mai arrendersi.
 
 
Non possono che essere fieri Francesco Meli, direttore artistico dell'Accademia, e la moglie Serena Gamberoni del lavoro svolto negli ultimi due mesi e mezzo. In piena pandemia, sono riusciti a selezionare 13 giovani da 250 candidature iniziali e fare un progetto unico nel suo genere. "I giovani selezionati hanno ricevuto 13 borse di studio, per cui non hanno dovuto pagare nulla, né le lezioni con i grandi professionisti del settore, né il vitto o l'alloggio che hanno condiviso tutti insieme. Il Teatro Carlo Felice ha fatto loro da mamma e papà ", sorride Meli ripercorrendo quello che è stato il percorso. "Abbiamo fatto anche qualche lezione di stile, le ragazze sono andate a provare i vestiti da sera in un atelier cittadino, io ho prestato qualcosa di mio per il concerto che abbiamo imbastito a sorpresa per la riapertura dei teatri".


Grande merito al Teatro Carlo Felice che mai si è fermato in questo periodo
difficile. "Abbiamo formato i ragazzi per farli esibire tutti insieme in sicurezza su un grande palcoscenico di rilievo nazionale", è soddisfatto il sovrintendente Claudio Orazi. "Adesso il nostro augurio per questi giovani artisti è che possano prendere il volo e avviare una grande carriera sui principali palcoscenici internazionali". Intanto, però, "Elisir d'Amore" è in scena fino al 16 di giugno