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I giovani incontrano il ministro all'Istruzione Bianchi in occasione della Festa della Repubblica
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"La scuola di oggi perde dei pezzi ma ne acquista degli altri. La Dad è stata pesante perché ne eravamo dominati, abbiamo creato un programma della scuola d'estate, abbiamo stanziato 150 milioni e hanno risposto 6 mila scuole per attivare progetti e iniziative estive. Nessuna scuola è così attenta anche ai problemi ambientali, nessuna scuola è stata capace di innovarsi. La pandemia serve a ritrovare una nuova unità, tutti gli strumenti devono servire per ricucire il paese" così il ministro all'Istruzione Patrizio Bianchi a Genova per l'evento Scuola Arte Cultura in occasione della Festa della Repubblica.

I protagonisti sono i ragazzi, sia in platea, sia sul palcoscenico, sia in aula che seguiranno a distanza l'evento grazie a Primocanale che ha trasmesso l'incontro in diretta in tutte le aule per permettere di seguire la giornata promossa dall’Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell’Età Contemporanea “Raimondo Ricci” e dal Teatro Nazionale di Genova, insieme al Comune di Genova e alla Regione Liguria.


A dare il via all'evento due giovani del Liceo Sandro Pertini,
che dopo aver ricordato l'illustre figura che dà il nome alla loro scuola, hanno posto al ministro Bianchi alcuni interrogativi: "I giovani di oggi sono davvero così disinteressati alla politica? Perché?". Ai ragazzi della Scuola di Recitazione Mariangela Melato è stata affidata la narrazione delle tappe dalla Liberazione che vide Genova protagonista alla nascita della Repubblica italiana, accompagnata dal video realizzato dall'Istituto Ligure per la Storia della Resistenza e dell'età Contemporanea Raimondo Ricci.

E' poi proprio il presidente de Ilsrec Giacomo Ronzitti a prendere parola: "Le ultime settimane e mesi sono stati cupi e difficili, hanno fatto crollare l'idea di onnipotenza dell'uomo moderno: nessuno può vincere da solo né la pandemia né le sfide planetarie del presente. Abbiamo scoperto nuovamente l'importanza della solidarietà, valore alla base della Repubblica. Da questo luogo simbolo della cultura della città vogliamo dare un messaggio di fiducia nel futuro, proprio come fatto l'anno scorso dove da questo stesso teatro realizzammo un evento in omaggio alle madri e ai padri costituenti e a coloro che in prima linea durante il lockdown si sono spesi nonostante il Covid. Pensiamo che sia importante presentare una nuova agenda di priorità per il nuovo anno: scuola, istruzione e sapere sono gli strumenti per investire sui giovani che dovranno diventare i protagonisti. Ministro, lei ha detto nei giorni scorsi che i nostri figli incontrano per la prima volta lo Stato con i maestri all'asilo e che bisogna cucire il paese nuovamente con il filo della cultura. Oggi ancora più decisivo ricordare il passato per un nuovo inizio, in cui i giovani siano attori e non spettatori. Il presidente Mattarella ha parlato della Repubblica come un cantiere aperto sul futuro. Per l'Europa del domani anche i progetti Erasmus devono diventare uno strumento per farci sentire ancora più parte dell'Unione europea. Un grazie di cuore a tutte le autorità, ai ragazzi presenti, al personale del teatro e a Primocanale che ha reso possibile agli studenti di seguirci oggi in diretta" ha concluso Ronzitti.

Davide Livermore, direttore del Teatro Nazionale di Genova: "Oggi è una giornata importantissima, un ringraziamento al ministro Bianchi e un abbraccio agli studenti che ci stanno seguendo. Abbiamo voluto dedicare questa giornata alla cultura e alla formazione. Dobbiamo quotidianamente ricordarci di riportare il nostro patrimonio culturale ad una consapevolezza comune. Arte e cultura rappresentano la prima industria di questo paese. Siamo felici che questo evento ricordi l'importanza della formazione. La costituzione sancisce il diritto allo studio, il nostro teatro da sempre dedica attenzione ai giovani e auguro a tutti una partecipata Festa della Repubblica".

Poi è Alessandro Giglio presidente del Teatro Nazionale a spiegare l'importanza della cultura e in generale della scuola: "È una grande soddisfazione ospitare questo meraviglioso evento. Oggi qui lanciamo una sfida, sia a livello culturale sia artistico. Andiamo oltre ai limiti imposti dal Covid e grazie al nostro talento che da sempre ci fa distinguere in tutto il mondo, al nostro genio creativo e alla nostra capacità di sperimentare credo che sapremo creare un nuovo umanesimo culturale, ma anche sociale ed economico dopo questa tragedia. Arte e cultura sono strumenti indispensabili per far crescere una comunità più coesa. Puntiamo a sviluppare i nostri talenti, con la nostra scuola diretta da Elisabetta Pozzi, per dare spazio ad un domani con loro protagonisti sui principali palcoscenici nazionali".

Il sindaco Marco Bucci collegato da remoto: "Volevo essere qui anche se online, oramai siamo abituati a stare lontani. La tecnologia ci dà questa opportunità. Quest'anno Genova ha dato grande spazio alla formazione. Vedendo questo evento organizzato dall'Ilsrec ci offre lo spunto di una riflessione: uscire da una tragedia non è facile, dobbiamo organizzarci, stare assieme, cogliere cosa si svilupperà nel futuro per avere una ricaduta occupazionale e di qualità di vita sulla nostra città. Oggi ricordare il 2 giugno significa rendere omaggio ai nostri nonni, oggi siamo obbligati a fare la stessa cosa per voi, lasciando il mondo un po' meglio di come lo abbiamo trovato. Genova ha dato tanto per la Resistenza e la Liberazione, oggi vogliamo essere la città che esce dal Covid e guarda il futuro sugli stessi valori che ispirarono la Repubblica, con coraggio e rimboccandoci le maniche".

Giovanni Toti, presidente Regione Liguria: "La libertà è partecipazione diceva Gaber, oggi torniamo a partecipare, una cosa che il Covid ci ha impedito. La libertà è come l'ossigeno, ti accorgi quanto è importante quando viene a mancare. Il Covid è stato la prima prova vera dal dopoguerra a oggi. Oggi riteniamo meno scontata la libertà, abbiamo la responsabilità di ripartire con grande slancio. Oggi voglio sottolineare: talvolta i giovani si sentono lontani dalle istituzioni. Ma le istituzioni siete voi e non dovete sentirvi distanti, dovete partecipare anche quando non siete d'accordo con chi le rappresenta perché questa è l'essenza della libertà. Voi siete stati molto generosi, nonostante foste i meno colpiti vi siete sacrificati per chi era più a rischio, ma le istituzioni siete voi e la festa che celebriamo sul palco è fatta per ricordarlo a tutti quanti".

L'evento è poi proseguito con la musica di Beppe Gambetta, con un suo pezzo ispirato a De André. La storia raccontata è quella di Genova e della sua bellezza nonostante la vita travagliata, la lotta contro le ingiustizie. In dialetto genovese, ha quindi cantato "Dove tia o vento". Dopo il momento di musica, le parole del celebre discorso di Sandro Pertini agli "scolari". "Lo sforzo verso la ripresa che non può non investire anche la scuola, ricordate quando i tempi era un privilegio di pochi e non un diritto di tutti, è bene che i ragazzi di oggi non dimentichino i sacrifici delle generazioni passate per preservare il bene prezioso della cultura": queste parole pronunciate da Sandro Pertini rappresentano un messaggio di incoraggiamento valido ancora oggi.

E poi i giovani attori della scuola di Recitazione "Mariangela Melato" hanno dato voce a lettere e dialoghi reali di studenti genovesi. Dalle chat del Liceo Fermi della II C che riflettono sulla Dad, su cosa è mancato di più, sulle aule pollaio, sul Covid che ha segnato ogni famiglia, sullo sport. Discorsi in cui tutti quanti ci rivediamo.

Lettere e parole anche del Liceo Montale che raccontano di adolescenze spezzate, "vogliamo vivere le nostre vite, rispettando le regole, ma recuperando le nostre libertà". Ma anche da Savona arrivano le testimonianze dei ragazzi, il ricordo dei primi momenti dalla notizia del primo paziente di Codogno. Un giovane del Pertini scrive "l'unica ansia che vorrei avere è quella del primo giorno di scuola e non di ammalarmi al primo starnuto". Vuoto e impotenza davanti all'ignoto, la paura che quella che è diventata la quotidianità lo sia anche nei prossimi mesi, perdendo gli anni migliori.

"Il Covid ha fatto capire come fosse bello stare in classe, consegnare i compiti di persona su un foglio di carta e non un allegato, sogno una scuola più umana, più cartacea, fatta di relazioni e abbracci" scrive Giada Piccoli del Liceo Montale. E l'importanza di vivere ogni momento con le persone a cui si vuole bene. Pianti e paure, compleanni passati in quarantena, sentimenti negativi ma anche la capacità di adattamento e di unirsi per superare un momento difficile insieme. C'è voglia di ripartire, di recuperare il tempo perduto, di recuperare la normalità. E uno sguardo va anche al domani, all'inizio del percorso universitario con la speranza che sia di nuovo in presenza, con uno zaino pieno di libri e un caffè al bar prima di entrare in aula". A chiudere la lettera degli allievi della scuola di Recitazione, una scuola che raccoglie giovani da tutta Italia e che ha visto interrotto anche il proprio percorso.