"Aprire le palestre a giugno è come aprire uno stabilimento balneare a dicembre", con queste parole Ercole Battistone, titolare di una palestra e noto per la sua singolare protesta che lo ha condotto fino a Roma a piedi, denuncia come la mancata riapertura fino a giugno sia un danno che come sempre non viene mai risarcito. Un danno incalcolabile, dato che questa rappresenta la stagione per eccellenza dell'allenamento in palestra, mentre in piena estate tra caldo e vacanze, all'abbonamento si può rinunciare facilmente. "Andrebbe bene se non ci lasciassero abbandonati a noi stessi", commenta Ercole a Primocanale. "Non sono per aprire a tutti i costi, ma non possono non tenere conto del danno economico che è stato creato e che non si colmerà nemmeno con la riapertura al primo giugno: noi non vediamo un ristoro da dicembre". E c'è l'incognita del dopo estate con il rischio di dover chiudere di nuovo ad ottobre: si cercano e si chiedono certezze.
Tra mancati ristori, investimenti inutili e la stagione andata, si guarda con timore al rischio di dover chiudere i battenti per sempre, con l'inevitabile riduzione dell'offerta sul territorio. "Nessuno parla e ricorda dell'importanza delle palestre a km 0. In primis non si inquina se si hanno attività sotto casa, non si deve prendere l'auto o il motorino per raggiungerle. Oltre a questo più facile iscriversi, perché magari la madre non deve accompagnare la figlia per 2 km in macchina e decide di iscriverla anziché farle passare il pomeriggio davanti ai videogiochi".
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