
"Dopo tutto quello che è già emerso non so cosa possa esserci di peggio - racconta a Primocanale - ma a questo punto non ci stupiamo più perchè abbimo sentito cose inaudite. Provo tantissima rabbia e ogni volta che ci sono nuove notizie sono così sconcertanti da lasciare senza parole, sembra impossìibile che siano arrivati a tanto e per noi è una ferita che si allarga sempre più".
"A quasi 30 mesi dal crollo sapere che Autostrade è ancora nelle loro mani è doloroso e per noi parenti umiliante - sottolinea con la voce rotta - sapere che sono tutti liberi, che tutti stanno facendo la lora vita appesantisce le nostre giornate, sembra assurdo e non è bello neanche per l'immagine dell'Italia nel mondo. E' un altro schiaffo che riceviamo ma non possiamo far altro che aspettare. A fare male il fatto che si coprissero l'un con l'altro, l'avidità".
Mirko è stata l'ultima delle 43 vittime a essere recuperata dalle macerie del crollo di Ponte Morandi. Paola per cinque giorni e cinque notti è rimasta prima in una tenda, poi in un'ambulanza e poi in un camper della Croce Rossa in attesa che i soccorritori le restituissero il corpo del figlio trentenne sepolto dalla pila 9 mentre lavorava all'isola ecologica dell'Amiu.
A due anni e mezzo dal crollo con la schiena al nuovo ponte Genova San Giorgio che mamma Paola non guarda e che ha giurato non percorrerà mai, gli occhi si riempiono di lacrime ricordando i momenti successivi al crollo: "Quando chiudo gli occhi rivedo quei macigni, quei detriti ed è terribile..."
"Oggi vivo sperando di avere almeno giustizia, perchè nei nostri cuori distrutti almeno un po' di giustizia deve esserci, spero che i soldi non vadano di nuovo a influenzare questa vicenda - poi conclude - se Mirko odiava le ingiustizie e se fosse vivo sarebbe probailmente fuori dal Tribunale a gridare e sarebbe il promotore di iniziative per non dimenticare questa tragedia".
Paola vive oltre che per il desiderio di giustizia anche per esudire i tre desideri del figlio: il primo ossia il volo in elicottero l'ha resaudito grazie alla polizia di Stato, ora ne rimangono due il lancio in parapendio e il viaggio a Bora Bora per lei è importante, un modo di tenere Mirko ancorapiù vicino a lei, sorride sotto la mascherina Paola "chissà forse qualcuno potrà aiutarmi, per me significherebbe molto".
Lunedì Primocanale in diretta dalle 8 con collegamenti dal Tribunale di Genova, contributi e interviste.
IL COMMENTO
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