Un milione e 400 mila euro lordi di "stipendio", più 80 mila euro di "rimborsi" per la partecipazione ai Consigli di amministrazione. E' racchiusa "semplicemente" in queste cifre la ragione per cui Massimo Ferrero fa abilmente di tutto per tenersi stretta la Sampdoria. Del resto, lo stesso presidente un paio di anni fa a Tiki Taka aveva dichiarato con ammirevole candore: "Nel calcio si possono fare ottimi guadagni".
Un'affermazione persino intellettualmente onesta, a differenza di tanti suoi colleghi che si affannano a sostenere il contrario, salvo poi restare in sella alle rispettive società per decenni, se non addirittura passando disinvoltamente da una all'altra o anche possedendone più di una tra le diverse categorie. Segno che il calcio rende, eccome, specie a chi, come Ferrero, nel corso della propria esperienza imprenditoriale precedente ha incontrato non poche "difficoltà" ad emergere e a far fruttare le proprie aziende.
Lo testimoniano le richieste di concordati preventivi Per Eleven e Farvem, in fase di "omologazione". Nel frattempo Ferrero, per fronteggiare la crisi di liquidità della Sampdoria, ha richiesto ed ottenuto il prestito Sace garantito dallo Stato per un importo di 20 milioni (in serie A soltanto altri due club hanno acceduto a questo finanziamento, il Genoa e l'Udinese, per 10 milioni) e si sta adoperando per ricevere ullteriori linee di credito. Nessun problema, dunque, né per gli stipendi dei calciatori, né per il suo, peraltro sensibilmente aumentato malgrado le onde tumultuose degli ultimi tempi.
Ferrero, ben inserito nel Palazzo, dove è in corsa per piazzare il suo consulente di fiducia, Gianluca Vidal (il "nuovo" Romei, per capirsi), sta sistemando le cose per andare avanti il più possibile, forte anche di una squadra ormai quasi certa della permanenza in serie A, grazie all'eccellente lavoro di Ranieri, dei suoi giocatori e dello scouting targato Pecini-Osti e suffragato da un giro di procuratori (Federico Pastorello in primis). Dalla Lega, inoltre, a breve giro di posta potrebbero arrivare ulteriori risorse economiche (subito una ventina di milioni e poi altri spalmati negli anni) e la nuova contrattazione dei diritti tv mira sempre verso l'alto. E ultimo, ma non ultimo, c'è l'affare delle plusvalenze, su cui la Sampdoria di Ferrero negli anni si è dimostrata abilissima ed efficiente.
Un piano per la "sopravvivenza" quasi perfetto, laddove il "quasi" è vincolato soltanto alle decisioni dei Tribunali, altro terreno da cui peraltro il Viperetta ed il suo staff di avvocati hanno sempre saputo sgusciare con destrezza. A distanza di quasi sette anni anni, risuonano come "profetiche" le parole dell'allora presidente Edoardo Garrone, il quale poco dopo avere consegnato la Sampdoria a Ferrero dichiarò: "In quel bizzarro acquario che è il calcio uno come Ferrero sguazzerà molto meglio di quanto fossimo in grado di fare noi".
Resta da capire, al di là del come, sino a quando. Ma questa, per ora, è un'altra storia.
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Ferrero come Conte: il piano per la "sopravvivenza" alla guida della Samp
Il presidente in tempo di crisi si è aumentato lo stipendio, incrementando il proprio business
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