
Perché il plebiscito con cui i camalli, riuniti nell'insolita cornice dei Magazzini del Cotone, hanno dato il disco verde alla linea tracciata dal Console Antonio Benvenuti, non rende l'idea della tensione che si è vissuta in assemblea: "Qualche volta - racconta il Console a Primocanale - ho gestito assemblee molto meno partecipate che si sono concluse con la metà dei voti contrari; stavolta gli interventi sono stati innumerevoli, portatori di tante perplessità e preoccupazioni, poi però ha prevalso il senso di unità della compagnia, la voglia di accettare una sfida nuova".
Con il voto di ieri la Culmv entra in una nuova fase: il piano prevede infatti un processo di riorganizzazione del lavoro che non sarà né facile né indolore ma è un passaggio obbligato per rendere la compagnia stabile e indipendente: la lunga trattativa condotta da Benvenuti con i terminalisti e l'Autorità portuale ha permesso di schivare le insidie più grandi, come il paventato ingresso di amministratori esterni alla Culmv, ma il succo dei sacrifici resta.
"Ora inizia una fase complicata - spiega il Console - e una cosa la voglio chiarire: non mi siederò di fronte a ciascuno dei 13 terminalisti per concordare la tariffa, sarebbe un modo di trattare che non porterebbe a nessun risultato. Io chiedo al presidente del porto Signorini di costruire un tavolo attorno al quale riunire tutte le parti, la Compagnia e tutti i terminal: da quel confronto deve uscire una tariffa e un'organizzazione che stiano bene a tutti e Palazzo San Giorgio deve assumere il ruolo di arbitro, con il potere di fischiare i falli ed estrarre i cartellini, questo nei confronti di chiunque infranga i patti".
IL COMMENTO
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