politica

Il governatore ligure ribadisce l'utilità delle chiusure localizzate
3 minuti e 43 secondi di lettura
"I presidenti di Regione faranno tutto quello che occorre. Anche chiudere. Io non mi tiro indietro". Lo afferma il governatore ligure Giovanni Toti. "Se c'è qualcuno che ha dimostrato responsabilità e coraggio, quelli sono i governatori. Abbiamo chiuso in anticipo e significa che abbiamo aperto quando si doveva aprire e non si sapeva come riaprire". Indica quindi la necessità di "una eccezionale prova di maturità". Un'occasione che ha il governo, "per evitare il protagonismo", e l'opposizione, "che spesso rivolge critiche ingenerose".

Covid, Scajola: "No a ulteriori ordinanze restrittive a Imperia" - CLICCA QUI


Toti parlando di La Spezia dice che "in presenza di un cluster importante non ho esitato a disporre la chiusura di alcuni quartieri. La Regione ha spedito unità mobili, effettuato tamponi, tracciamento". E ribadisce l'utilità dell'ordinanza che nei giorni di Halloween "inibisce" qualsiasi movimento a partire delle ore 21, come a Genova. "E' un'ordinanza che in città è stata già sperimentata dal sindaco Marco Bucci. Un coprifuoco affievolito, ma che ci consente di impedire gli spostamenti. Anche questo è stato deciso prima del dpcm. Di fatto, in Liguria, lo abbiamo preceduto".

Dpcm, il sindaco Peracchini: "Il modello Spezia ha fatto scuola sul Covid" - CLICCA QUI


Per Toti vanno quindi praticate le chiusure localizzate perché non c'è nulla di più "illogico che usare regole uguali per soluzioni diverse. Non farei giustizia alla mia regione che ha sì città con una crescita dei contagi importante ma pure piccoli comuni dove la pandemia è gestibile". E aggiungo: "non sopporto la stravaganza, non si può parlare di babele di ordinanze regionali e poi dire che le regioni devono chiudere", occorre il "potere di derogare. Quel potere che ha reso possibile il miracolo ingegneristico del Morandi. Si traduce con il potere di assumere. Di fronte a una carenza di infermieri, perché non posso impiegare personale qualificato per svolgere quei compiti?". E alla domanda se l'emergenza sanitaria sia collegata anche al disordine pubblico, il governatore risponde: "Centri sociali e neofascisti hanno trovato il momento propizio. Mi preoccupano".

Genova, scontri a De Ferrari. Toti: "Disperazione usata come pretesto per violenze" - CLICCA QUI


L'ordinanza regionale che vieta manifestazioni e assembramenti scoraggia, ma non spegne comunque la protesta a Genova. Quella dei lavoratori dello spettacolo si svolge in due tempi: la prima parte aderisce all'iniziativa nazionale "L'assenza spettacolare", contro la chiusura di cinema, teatri e lo stop ai concerti, che mette in ginocchio i professionisti del settore. In tutta Italia attori, musicisti, costumisti e tecnici scendono in piazza, ma non a Genova dove è stato organizzato solo un tavolo in Regione. La seconda parte della protesta è quella organizzata dal collettivo autonomo Emergenza Spettacolo Liguria con una camminata intorno alla fontana di piazza De Ferrari in attesa di essere convocati a loro volta in Regione. (CLICCA QUI)

Norme anti Covid in Liguria: ecco il bonus taxi per gli over 75 - CLICCA QUI

In piazza a Genova anche la protesta di alcuni tassisti, quelli della cooperativa Gexi, affiliata ad Ascom, che contesta la decisione del comune di dimezzare il numero di taxi in circolazione fermando le auto per 14-17 giorni al mese. Disagi al traffico a Genova per la protesta contro l'ultimo Dpcm e le limitazioni agli spostamenti imposte dalle ordinanze locali. Dopo essersi radunate in piazzale Kennedy, nel quartiere della Foce, centinaia di auto bianche hanno imboccato la sopraelevata, dando vita a un lungo carosello per le strade del centro cittadino, che ha provocato code e rallentamenti. La maggior parte delle sigle sindacali e la cooperativa Radiotaxi 5966 hanno invece avallato la decisione del sindaco Bucci e della sua amministrazione. In varie città italiane, inoltre, si è svolto anche uno sciopero dei riders, gli addetti delle consegne di cibo a domicilio che rigettano il contratto di categoria firmato da Ugl e Assodelivery. La categoria è fondamentale, specie ora che i ristoranti chiudono alle 18.


Nel frattempo la Germania ha aggiornato l'elenco delle zone a rischio Covid: quasi tutta l'Italia e l'Austria ne fanno parte. Nelle scorse settimane il Robert Koch Institut aveva segnalato 11 regioni italiane come "zona rossa", nel nuovo elenco ce ne sono 13, con l'aggiunta di Liguria e Campania oltre alla provincia di Bolzano che già rientrava nella lista.