cronaca

L'ipotesi è che fosse ubriaco al momento del bagno notturno
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L'imponente macchina dei soccorsi si è messa in moto all'alba: mezzi navali, sommozzatori, un elicoterro, una squadra speciale con macchine in grado di rilevare corpi sul fondo del mare si sono messi a cercare un uomo di 44 anni dato per disperso dopo il ritrovamento dei suoi documenti, dei vestiti e del telefono cellulare sulla spiaggia a Sestri Levante. Col passare delle ore l'ipotesi che fosse annegato ha preso sempre più consistenza.


Poi, a sopresa, la svolta: ai carabinieri arriva la telefonata dell'uomo, uno psicologo genovese, in possesso del brevetto da sub, che è vivo, sta bene, solo qualche postumo di un bicchiere di troppo. Si era buttato in mare con un amico e dopo la nuotata notturna era tornato a casa in auto con gli amici, ancora in costume, lasciando vestiti e documenti sulla spiaggia. Il professionista, costernato, ha chiesto scusa alle forze dell'ordine che hanno calcolato di avere speso circa 20 mila euro per le ricerche. Nei suoi confronti nessun provvedimento. Non ha commesso alcun reato. L'allarme era scattato alle cinque del mattino.

Un gruppo di stranieri che si era attardato sulla spiaggia della Baia delle Favole ha visto due uomini spogliarsi e gettarsi in mare. Poco dopo uno di loro è tornato e se ne è andato via. Del secondo nessuna traccia. Non vedendolo tornare hanno dato l'allarme. I carabinieri hanno trovato gli effetti personali e fatto partire le ricerche. La mobilitazione ha coinvolto quasi 40 persone. Da Genova è partita una imbarcazione dei vigili del fuoco con sub e apparecchi che rilevano i corpi sul fondo del mare. Si è alzato in volo un elicottero, sono uscite le motovedette della capitaneria di porto. Si è cercato anche a terra. Il dispiegamento di forze ha attirato l'attenzione di tanti curiosi tra i residenti, i turisti e i proprietari di seconde case che affollano la località turistica della riviera ligure.

A metà mattina la svolta. L'uomo si è svegliato, ha saputo da un amico delle ricerche, ha collegato la notizia con la mancanza dei suoi effetti personali ed ha capito di avere creato un equivoco. Il militare che ha ricevuto la sua telefonata ha bloccato le ricerche. Poco più tardi lo psicologo si è presentato in capitaneria, ha chiesto scusa, si è detto dispiaciuto per l' inconveniente. A suo carico nessun provvedimento: non è stato lui a provocare l'allarme, ha avuto il solo torto di aver abbandonato, in buona fede, indumenti ed effetti personali.