Il caos autostrade in Liguria continua a produrre i suoi effetti negativi sull'economia regionale. Tra i settori che soffrono maggiormente la situazione c'è il porto e tutto il mondo che gira attorno con centinaia di aziende che operano nei diversi settori dello shipping che oggi si trovano a fare i conti con le perdite causate dall'incertezza dei tempi di percorrenza e dei percorsi da seguire. "Quello che stiamo vivendo è un problema che riguarda tutto il Nord Italia. Gli importatori sono in crisi, non sanno più dove far passare le merci e questa situazione ci mette in cattiva luce" spiega Massimo Moscatelli, segretario generale di Assagenti.
E così il problema per il traffico merci che transita per lo scalo portuale genovese è soprattutto quello legato agli extra costi da sostenere. Oltre alle ore di lavoro perse in mezzo alle code e ai maggiori consumi di carburante c'è anche il problema delle spese da in più per tenere fermi i prodotti che arrivati in porto in ritardo devono aspettare ore per poter essere imbarcate. Succede allora che le aziende che operano abitualmente dai porti liguri iniziano a guardarsi attorno verso altre mete con meno problematiche, così come spiega ancora Moscatelli: "Se si arriva tardi non è che c'è la nave successiva da prendere, si scatena tutta una serie di situazioni con reclami, extra costi, con i contratti che prevedono delle conseguenze per i ritardi e così molte aziende iniziano a chiedersi se c'è un altro porto da cui far transitare le merci. Perché per loro non cambia tanto che sia Genova, Napoli o un altro porto". E' una questione di conti in tasca, quando di fatto diventa più costoso affrontare le incertezze dei viaggi attraverso le autostrade liguri che non percorsi più lunghi ma con meno intralci, la scelta per chi lavora in questo settore viene da se.
A testimonianza della situazione c'è un altro elemento che rappresenta quanto sta accadendo a Genova con il caos autostrade. Una parte di traffici che normalmente avvenivano con destinazione i porti della Liguria è infatti già del tutto o quasi sparito. Si tratta dei trasporti eccezionali, che riguarda diverse tipologie di beni, che comprende ad esempio yacht o altri parti di strutture o infrastrutture di ampie dimensioni che devono transitare per le autostrade scortate per via delle dimensioni. "Il 90% passa da Ravenna e il resto da altre parti, ma a Genova non vengono più fatti proprio a causa dell'incertezza e dei tempi lunghi di attesa sulle autostrade. E' una cosa che abbiamo perso e che dovremo faticare a recuperare se mai avremo delle autostrade che ci metteranno nelle condizioni di fare questo tipo di trasporti" spiega ancora il segretario generale di Assagenti.
Il dito è puntato su Autostrade per l'Italia e sul ministero dei Trasporti. Resta la domanda, senza risposta, del perché non si siano accelerati i lavori durante i tre mesi di lockdown causa emergenza coronavirus. "Ci hanno messo in ginocchio" commenta amaramente Moscatelli che chiede che vengano presi dei provvedimenti verso Autostrade. "Abbiamo partecipato a numerosi incontri, loro mandano dei funzionari e ci spiegano quale sarà il programma, programma che regolarmente viene smentito il giorno dopo, ormai ci siamo abituati a questo comportamento di Autostrade ma servono provvedimenti. Il grado di sopportazione è oltre ogni limite, restiamo ore in coda e poi dobbiamo pagare i pedaggi, non voglio fare la parte del sobillatore ma sarebbe davvero da andare ad abbattere i caselli con le ruspe" conclude Moscatelli.
porti e logistica
Autostrade nel caos, Assagenti: "Importatori in crisi, non sanno dove far passare la merce"
Il segretario generale Moscatelli: "I trasporti eccezionali non passano più per la Liguria"
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