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Bagarre in Senato e maggioranza salva per tre voti
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L'election day è legge. IlSenato ha votato la fiducia posta sul decreto elezioni sancendo l'accorpamento tra regionali e referendum il prossimo 20 settembre. I voti favorevoli sono stati 145, due i contrati con l'opposizione che non ha partecipato al voto. Una fiducia giunta al termine di una giornata segnata dall'ennesima bagarre nell'Aula di Palazzo Madame.

Bagarre in Senato e maggioranza che si è salvata di soli tre voti
sullo stop all'esame del decreto Elezioni proposto da Roberto Calderoli. I fatti. La proposta avanzata dal leghista è stata votata prima per alzata di mano e giudicata approvata dalla presidente Elisabetta Casellati. Accese le proteste della maggioranza, che ha avanzato la richiesta della controprova con voto elettronico. Sul tabellone sono 102 i favorevoli e 105 i contrari e la proposta che avrebbe impedito al Governo di porre la fiducia sul decreto è stata bocciata. A questo punto sono state le opposizioni a protestare, lamentando l'ingresso in Aula per il voto elettronico di altri senatori, assenti - a loro dire - al momento della votazioni per alzata di mani.

La presidente Casellati ha sospeso quindi la seduta per effettuare una verifica dei numeri e delle presenze attraverso l'esame delle registrazioni delle telecamere a circuito chiuso. La cosa però non è stata semplice, visto che la regia del Senato non inquadra tutte le tribune e sempre. La verifica quindi è risultata complicata perché postazioni di voto sono state allestite, per garanire il distanziamento anti-covid, anche nelle tribune stampa e tribune di solito dedicate al pubblico. Infatti Calderoli contestando l'esito del voto elettronico si è riferito con ampio gesto proprio a quelle. Per integrare le immagini, quindi, Casellati e i Questori hanno visionato anche i video inviati dai singoli senatori, realizzati con i loro smartphone, per altro vietati dal regolamento di palazzo Madama, oltre a quanto ripreso dai servizi video di Palazzo Madama. Una sorta di 'Super Var', quindi.

Sulla base della verifica dei video interni al Senato e delle testimonianze degli assistenti parlamentari, alla fine è risultato che "nessun senatore è entrato nell'Aula" o nelle postazioni delle "tribune" dopo che erano state chiuse le porte per procedere alla votazione elettronica di controprova della precedente votazione per alzata di mano sulla proposta avanzata da Roberto Calderoli di non procedere all'esame degli articoli del decreto Elezioni. Così ha detto in aula la presidente Elisabetta Casellati al termine della verifica. Ma i dubbi sono rimasti.