cronaca

Coinvolti anche ex generale sei servizi e la primula nera di Avanguardia Nazionale
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La Procura generale di Bologna ha chiesto il rinvio a giudizio per Paolo Bellini, ex primula nera di Avanguardia Nazionale ritenuto dagli inquirenti tra gli esecutori della strage del 2 agosto 1980. Per l'accusa Bellini avrebbe agito in concorso con Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D'Amato, e Mario Tedeschi, tutti deceduti, e ritenuti dai pg mandanti, finanziatori o organizzatori. Richiesta di rinvio a giudizio anche per l'ex generale dei servizi segreti Quintino Spella e per Piergiorgio Segatel ex carabiniere del nucleo investigativo di Genova: ad entrambi si contesta il reato di depistaggio.

Infine, è stato chiesto il processo anche per Domenico Catracchia,
amministratore di condominio di immobili in via Gradoli a Roma, al quale si contesta il reato di false informazioni al pubblico ministero. Gli avvisi di fine indagine furono notificati ai 4 indagati nel febbraio scorso. La Procura generale di Bologna aveva avocato a sé l'inchiesta sui mandanti nell'ottobre del 2017 dopo che la Procura ordinaria aveva chiesto l'archiviazione del fascicolo. Le indagini sono state condotte dalla guardia di finanza, dalla digos e dal Ros.

"La richiesta di rinvio a giudizio della Procura Generale di Bologna
apre la strada verso un nuovo processo con accuse importanti. Riteniamo che gli esiti delle investigazioni svolte abbiano messo a nudo e finalmente scoperto il livello dei mandanti e degli ispiratori politici, cioè coloro che idearono e organizzarono la Strage del 2 agosto 1980 e che impedirono, attraverso i depistaggi e la manipolazione informativa, ai magistrati di giungere alle responsabilità di vertice", scrivono in una dichiarazione gli avvocati Andrea Speranzoni e Roberto Nasci, difensori dei familiari delle vittime della Strage del 2 agosto 1980.

"L'importanza delle indagini svolte sta inoltre nel fatto che mostrano linee di continuità con fatti eversivi precedenti il 1980, ma anche successivi. Un patto di potere criminale che ha condizionato la democrazia italiana e la vita repubblicana e che, riteniamo a questo punto, abbia avuto degli interpreti anche in epoche successive", concludono i due legali.