cronaca

Numerosi casi segnalati nelle strutture
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"Il 40% delle residenze sanitarie assistenziali della Liguria presenta criticità nella prevenzione del Coronavirus come la carenza di personale un alto numero di decessi un alto numero di casi positivi o la mancanza di dispositivi di protezione perciò da oggi, mercoledì 15 aprile la Regione Liguria avvierà una serie di misure aggiuntive di supporto alle Rsa". Lo comunica l’assessore alla Sanità della Regione Liguria Sonia Viale nel punto stampa sull’emergenza Coronavirus.

Sono infatti numerosi i casi registrati nelle residenze sanitarie assistenziali della Liguria così come nel resto d'Italia e soprattutto al Nord. In Liguria la maggiore difficoltà è concentrata nel territorio imperiese, così come confernato dall'assessore. Diversi i casi, da Imperia al San Camillo di Genova passando per Rapallo (LEGGI QUI).

"Abbiamo concluso la mappatura delle criticità nelle Rsa in regione - spiega ancora Viale - operazione che ci consentirà di implementare le azioni di contrasto del contagio. Ora daremo un ulteriore input alle residenze più critiche con misure di supporto come la messa a disposizione di ulteriore personale. La Liguria è la regione con la media età più alta d’Italia, in tutto il territorio ligire ci sono 240 a casa di riposo con 12.410 posti letto e 8350 dipendenti. Dei 2353 test sierologici effettuati sugli ospiti delle residenze sanitarie assistenziali della Liguria il 14% il risultato positivo di 1682 test fatti sul personale, il 9% è risultato positivo secondo i dati forniti dall’assessore.

I test sono stati fatti sulla metà degli ospiti dipendenti. "Siamo in attesa dell’esito - dice Viale  - annunciando che i test coinvolgeranno anche le residenze psichiatriche e per disabili". Al momento i morti accertati per covid sono 312 su un totale di 604 decessi. Due gli infermieri morti.

Luca Pallavicini, presidente Confcommercio Salute Genova entra nel dettaglio dei problemi evidenziati all'interno delle rsa: "C'è stata un'incomprensione del fenomeno all'inizio e l'incapacità di gestirlo. Quando in Liguria ci sono stati i primi casi ci è stato detto di stare tranquilli che era poco più di una influenza. All'inizio Alisa aveva detto che le strutture andavano chiuse, poi dopo una nuova indicazione sono state riaperte. A questo punto volenti o dolenti qualche problema ce lo siamo portati dentro. Alcune strutture hanno ricoverate persone anziane che provenivano dagli ospedali, e questo è stato un un veicolo per trasmettere il virus nelle strutture. E stata un'improvvisazione della modalità di lavoro - spiega Pallavicini -.

Quando il virus è entrato il problema poi è stato gestirlo. Bisognava fare subito tamponi o i test sierologici per arginarlo immediatamente, purtroppo non abbiamo avuto i punti di riferimenti e qualcuno che dicesse cosa andava fatto. Non voglio attaccare nessuno ma dal 23 febbraio al 20 marzo non ci sono state indicazioni. Il tutto è diventato un grosso problema perché in alcune strutture gli ingressi nelle rsa sono continuati anche di persone che hanno sintomi riconducibili al Coronavirus. Cosa va fatto adesso? Secondo me bisogna togliere le persone anziane sane dalle strutture e portarle in un luogo diverso. Creare dei piccoli isolamenti ed evitare il contatto tra le due tipologie di persone" conclude Pallavicini.

Nel frattempo il Codacons ha presentato un esposto in procura a Genova col quale chiede di estendere le indagini e di procedere per il reato di epidemia e omicidio plurimo doloso con dolo eventuale per le morti di Covid-19 nelle residenze per anziani. "Quanto accaduto nelle case di riposo della Liguria - si legge in una nota dell'associazione dei consumatori - non può ritenersi una epidemia casuale, ma è una vera e propria strage. Chiediamo di arrestare e perseguire i responsabili dei contagi e dei decessi avvenuti nella Rsa a causa dell’incapacità nella gestione dell'emergenza per la mancata adozione di tutti i provvedimenti previsti per affrontare l'emergenza Coronavirus (mancanza di dispositivi di rianimazione, ventilatori, tamponi, mancato screening mediante tampone, mancanza di mascherine e altri presidi sanitari, mancato rispetto delle norme sulla sicurezza sul lavoro), per il reato di omicidio plurimo con dolo eventuale". Sul sito del Codacons i parenti delle vittime possono compilare un questionario per segnalare e denunciare eventuali carenze, ritardi od omissioni da parte degli organi sanitari.