cronaca

Nel maxi cantiere sul Polcevera
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La pausa concessa dal maltempo in Liguria permette nel maxi cantiere sul Polcevera di accelerare sui lavori. Questa mattina i tecnici di PerGenova, la ditta incaricata alla ricostruzione del ponte, hanno portato in quota il terzo impalcato del nuovo viadotto.

L'operazione prevista per lunedì è stata rimandata a causa dell'ondata di maltempo che ha interessato la città nelle ultime ore. L'impalcato è montato tra la pila 6 e 7. La porzione di ponte è portata a 40 metri d'altezza. Si tratta di un cassone centrale in acciaio lungo 50 metri su cui sono già stati montati i sei carter laterali anche loro in acciaio.  Rispettata dunque la scadenza del 20 novembre fissata dal sindaco di Genova e commissario per la ricostruzione Marco Bucci.

Nel frattempo nel cantiere vanno avanti le operazioni anche a terra. Qui infatti è in corso il montaggio degli impalcati fra le pile 3 e 4 e fra le pile 8 e 9, questo sarà l'impalcato più complesso visto che la porzione di ponte che sarà portata in quota sarà di 100 metri di lunghezza. Il tutto al momento avviene a terra e quando saranno pronti i tecnici delle ditte incaricate porteranno in quota anche queste parti del nuovo ponte. L'obiettivo dei costruttori è avere tutti gli impalcati montati entro il 31 dicembre 2019. Anche se a causa del maltempo la conlcusione delle operazioni potrebbe slittare di qualche giorno.


INDAGINE CROLLO PONTE MORANDI - 
Nel registro digitale di Atlantia è stato trovato un documento che svela il rischio crollo per il ponte Morandi. Finora i dirigenti di Autostrade per l'Italia hanno dichiarato ai magistrati che per il viadotto nessun report di Spea (società delegata al monitoraggio della rete autostradale) aveva messo in allarme per il pericolo di crollo. Il documento è stato sequestrato dalla Guardia di finanza. Quel "documento di programmazione del rischio", stilato dall'Ufficio rischio di Autostrade è passato dai vari consigli di amministrazione sia di Aspi che di Atlantia. Dal 2014 al 2016 per il Morandi si parla di "rischio crollo", dal 2017 la dicitura diventa "rischio perdita stabilità". Lo scrive La Repubblica. Secondo fonti di Atlantia e Aspi l'attestato viene presentato ai Cda per informare gli azionisti e per programmare gli interventi, ma anche per chiedere consulenze tecniche a ditte esterne: nell'autunno del 2017 il Cesi segnalò criticità sugli stralli corrosi e suggerì controlli trimestrali mirati, applicazione di sensori: indicazioni disattese secondo l'indagine.