cronaca

Nel 2015 i residenti di Salvega hanno vissuto mesi di assedio
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“Non ci sono soluzioni dobbiamo imparare a convivere con il lupo ma servono aiuti” a dirlo a Primocanale Fulvio Ciccarelli della azienda agricola Cascina Salvega di Casella entroterra di Genova.
Nel 2015 in una sola notte un branco di lupi uccise 8 pecore e 3 capre per arrivare nei mesi successivi a perdere in totale trenta capi “per questo - spiega Ciccarelli - abbiamo cambiato un po’ quella che era l’idea iniziale della nostra azienda”.


“Sulle recinzioni dell’azienda, allora, i tecnici hanno piazzato delle fototrappole e così abbiamo potuto capire quanti erano – racconta – si trattava di un branco di 8 lupi, i due genitori Alpha e poi i cuccioli dell’annata precedente e di quella in corso che erano riusciti a entrare nel nostro recinto e a sfamarsi”.
Sono immagini rare nelle quali si vedono gli esemplari avvicinarsi ai recinti durante la notte e cercare probabilmente un passaggio per entrare. Immagini che permettono di osservare da vicino il branco.

Nel 2015 i residenti di Salvega hanno vissuto mesi di ‘assedio’ nei quali gli animali venivano tenuti chiusi e di notte scattava una sorta di coprifuoco perché i lupi si avvicinavano anche alle case.
La situazione è migliorata ma il lupo è sempre presente. “Abbiamo fatto più recinzioni in modo che i lupi rimanessero fuori, usiamo il ‘pastore elettrico’ ma questo tipo di soluzioni funzionano quando si ha la possibilità di gestire bene questi recinti, purtroppo in zone come le nostre con terreni impervi dove ci sono fossati, alberi, dove la galaverna fa cadere i rami è tutto molto più difficile da controllare tanto che la scorsa primavera il lupo è riuscito a entrare di nuovo nel recinto uccidendo questa volta pecore visto che le capre avevamo deciso di non tenerle più proprio in seguito a quello che era successo nel 2015. Noi siamo nati come azienda di allevamento capre e produzione di formaggio di capra ma dopo le predazioni così importanti abbiamo deciso che non era quella la strada da perseguire e quindi abbiamo ancora animali che vengono utilizzati per la produzione di carne però abbiamo contato più sull’agricoltura”.


Un cambio di rotta di un’azienda dettato dal lupo e da una convivenza che negli ultimi anni si sta facendo sempre più difficile non solo nell’entroterra genovese ma in tutta la Liguria.
Cosa si potrebbe fare, quindi, per rendere possibile questa convivenza? “Io credo che questi sistemi come i ‘pastori elettrici’ che recintano i pascoli possono funzionare – spiega Ciccarelli a Primocanale - il problema è l'economicità di queste cose perché in un territorio come il nostro quotidianamente percorrere il recinto per cercare di fare quella manutenzione di cui necessità è impossibile perché ci possono pagare la recinzione o il ‘pastore elettrico’ ma è niente rispetto poi al lavoro che va fatto per mantenerlo in funzione”.


Una soluzione non esiste? “Secondo me una soluzione è quella di riuscire a convivere con il lupo, con il falco con la faina, con la volpe con tutti quanti – conclude Ciccarelli - oramai la nostra esperienza è che i danni prima o poi arrivano c'è da sperare che si riescano a limitare e quindi come ti rendi conto che c'è un animale che ti sta girando intorno che sta cominciando a predare allora lì devi intervenire andando a migliorare, a trovare quelle lacune nelle recinzioni però non è una cosa che puoi fare tutti i giorni”.