cronaca

Pubblicate le motivazioni dell'udienza
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Ricalcolare la pena dell'ex sindaco di Genova Marta Vincenzi e aumentare quella dell'ex assessore Francesco Scidone e dell'allora responsabile tecnico Gianfranco Delponte.

Lo sottolinea la Cassazione nelle motivazioni, depositate oggi, relative all'udienza dello scorso 12 aprile che ha disposto l'appello bis per l'ex sindaca di Genova Marta Vincenzi e gli alti cinque imputati nel processo per le sei vittime dell'alluvione del 4 novembre 2011.

"Ci sarebbero dovute essere, in giro per la città - scrive sempre la Cassazione - auto della Polizia municipale munite di megafoni per allertare la popolazione, mezzi con nastri e transenne atti a chiudere le strade, pronti a concentrarsi nel punto in cui la criticità si fosse palesata tale. E un raccordo costante con forze dell'ordine e vigili del fuoco, oltre che con le direzioni scolastiche e le aziende di trasporto pubblico" e prima dell'esondazione del rio Fereggiano "c'era ancora quasi un'ora di tempo, ma in realtà non si fece nulla".

I supremi giudici scrivono anche, parlando del Comune di Genova, che "non è vero che ci si fosse attrezzati per gestire l'emergenza, una volta concretizzatasi in un punto specifico".

Al Centro di Protezione civile di Genova, il Coc, scrive la Cassazione ricordando le testimonianze, si vedeva "i suoi soggetti principali, che peraltro erano stati via gran parte della mattinata nonostante l'emergenza in atto, in preda alla confusione: ed a quel punto era ormai presente in loco anche il sindaco Vincenzi, come ricorda il giudice di primo grado, che, diversamente da quelli di appello, ritiene importante ricostruire l'ora precisa in cui la stessa Vincenzi tornò al 'Matitone'.

In proposito, gli'ermellini', ritengono che l'ex sindaco di Torino Piero Fassino
non abbia buona memoria a dire che la Vincenzi si era trattenuta
alla congresso Eurocities oltre le 12 del 4 novembre.

Secondo la Suprema Corte, "a fronte di una scelta, che non era politica, ma di alta amministrazione, che legittimamente poteva essere assunta da chi gestiva, per legge o di fatto, l'emergenza, quale era quella di non chiudere preventivamente le scuole, la soluzione che si imponeva, era quella di attivare le risorse per poter immediatamente intervenire qualora l'evento si fosse effettivamente verificato, assumendo ex ante solo i provvedimenti cautelari ritenuti necessari ed attuabili". Ma purtroppo, afferma la Cassazione, "diversamente da quanto opinano i difensori degli imputati, la macchina allestita fu colposamente insufficiente ed inefficiente".

Ma il passaggio fondamentale delle motivazioni pubblicate oggi riguarda le pene.

"Pare evidente, tuttavia, che il giudice del rinvio, quando andrà a riquantificare la pena, non potrà non tenere conto - scrive sempre la Cassazione - che il contemporaneo impegno ad Eurocities ha comunque reso alla Vincenzi più complessa la gestione dell'emergenza e ne attenua la responsabilità rispetto ad altri soggetti, quale l'Assessore Francesco Scidone e il massimo responsabile tecnico Gianfranco Delponte che se ne sono occupati in via esclusiva, dall'inizio alla fine delledrammatiche vicende che ci occupano. E che non a caso si palesano come coloro che, in primis, orchestrano il falso" sulla presenza del volontario Andrea Magini lungo il rio Fereggiano.

Dunque dovrebbe essere ricalcolata al ribasso la condanna a cinque anni di reclusione per l'ex sindaca Vincenzi, mentre dovrebbe essere aumentata quella per Scidone e Delponte.